CONTRO LA VIOLENZE SULLE DONNE, DOMANI ASSEMBLEA DELLE DIPENDENTI COMUNALI

L’8 marzo 2019 è stato indetto sciopero nazionale donne  in tutti i settori pubblici e privati, contro la violenza maschile sulle donne ed i femminicidi, contro ogni discriminazione di genere e contro le molestie nei luoghi di lavoro, contro la precarietà e la privatizzazione del welfare, contro l’obiezione di coscienza nei servizi sanitari pubblici a difesa della legge 194 e per il potenziamento della rete nazionale dei consultori, contro il disegno di legge Pillon su separazione e affido, per il diritto a servizi pubblici gratuiti e accessibili, al reddito, alla casa, al lavoro, alla parità salariale, alla libertà di movimento, per il riconoscimento ed il finanziamento dei centri e degli sportelli antiviolenza, per le politiche di sostegno alla maternità e paternità condivisa, contro il decreto “sicurezza”, per l’accoglienza e la tutela delle donne migranti vittime di violenza

Una protesta di 24 ore, alla quale hanno aderito anche molte sigle sindacali , in occasione della giornata internazionale della donna in cui dipendenti pubbliche, private, autonome sono invitate a scioperare per opporsi a qualsiasi tipo di violenza o a qualsiasi discriminazione di genere cui le donne sono sottoposte quotidianamente (magari anche senza rendersene conto)

Diseguaglianze sul lavoro, sfruttamento, violenza sul corpo femminile, ruoli nella struttura familiare e sociale, abitudini che decenni di comportamenti comuni hanno portato le donne a non far più caso al fatto di essere oggetto di discriminazioni o violenza. Cosa accade, quindi, se tutte le donne si fermano per un giorno non solo dal lavoro ma anche dai propri ruoli domestici? Questo il motivo dello sciopero: far realmente comprendere il valore della donna nella nostra società.

“Inquietanti assonanze riecheggiano la guerra contro donne, migranti, trans, lesbiche, e chiunque non si adegua ai modelli di sessualità dominanti, che si fa sempre più esplicita e violenta. La violenza si afferma come ordine del discorso istituzionale, come strumento di governo dei flussi attraverso i confini e nelle metropoli, dei rapporti familiari, sociali e politici, dell’accesso al lavoro e al welfare”, dice Elina Salomone.

“In alternativa allo sciopero , difficile da organizzare in un territorio come il nostro, si possono proporre assemblee nei luoghi di lavoro , per discutere con le donne e tra le donne, quello che sta accadendo e come fare a difenderci”.