CASCIO (SICILIA DEMOCRATICA): “VERSO LA GESTIONE PUBBLICA DELL’ACQUA, SENZA SE E SENZA MA”

“I Comuni che hanno consegnato le proprie reti al gestore privato e che non si ritengono soddisfatti del servizio erogato o che reputino le tariffe applicate non rispondenti alle condizioni di migliore economicità, potranno da oggi contare su uno strumento legislativo che li pone nella condizione di avviare un nuovo percorso per giungere al più presto alla gestione diretta e pubblica dell’acqua attraverso la costituzione di consorzi e/o forme associative tra comuni”.

E’ questa una delle novità nell’ambito della rimodulazione della legge sulla ripubblicizzazione dell’acqua. Sono stati approvati emendamenti importanti, e il deputato regionale Salvatore Cascio (Sicilia Democratica) è uno dei protagonisti. E’ sua la prima firma sull’importante emendamento approvato dall’Ars.

Onorevole Cascio, tutti hanno esultato dopo l’approvazione, tutti prendono meriti. Lei che è il papà dell’emendamento approvato, può spiegarci la sostanza?

“Al di là dei meriti, per un deputato è importante lavorare per svolgere il servizio cui è delegato dal popolo. Con l’emendamento approvato, per i Comuni ricadenti nello stesso ambito, compresi quelli che hanno consegnato le reti, viene attribuita la facoltà, di deliberare la gestione diretta del servizio idrico nella forma gestionale prevista dei sub-ambiti, con atto deliberativo del consiglio comunale da adottare entro novanta giorni dalla pubblicazione della legge”.

Dunque una svolta importante

“Ci avviamo verso una nuova fase ove il bene comune “acqua” anche nella nostra provincia diventa sempre più accessibile a tutti. La legge di riforma dell’acqua, sebbene non perfetta e nonostante non renda giustizia a tutti i siciliani, è importante in quanto sancisce principi di diritto indefettibili e avvia un percorso virtuoso affinché i Comuni possano cominciare a ripensare alla gestione del servizio idrico in forma diretta e/o in associazione con altri comuni. Per la nostra provincia in particolare l’emendamento da me proposto e votato dall’Aula, consentirà di avviare un percorso che ponga fine all’anomalia Agrigentina caratterizzata notoriamente dal caro bollette e da insopportabili differenze tariffarie”.

Ci avviamo verso la reale ripubblicizazione dell’acqua. “ Sono certo che la nuova legge riporterà a breve ad una gestione pubblica dell’acqua. A rendere difficile la vita ai gestori privati saranno, infatti, le norme volute che introducono l’obbligo di mantenere le condizioni economiche del servizio “bloccate per tutta la durata dell’affidamento”, la previsione di multe salate in caso di disservizi che andranno da 100-300 milioni di euro per ogni giorno di interruzione della distribuzione dell’acqua fino alla rescissione del contratto se si supereranno i 4 giorni. A questo si aggiunga l’introduzione del principio di solidarietà grazie al quale il gestore dovrà garantire un minimo vitale di 50 litri al giorno pro-capite anche per gli utenti morosi. L’acqua da oggi è tornata ad essere patrimonio da tutelare, bene pubblico comune non assoggettabile a finalità lucrative e questa legge lo sancisce, senza se e senza ma”.

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