BOOM TURISMO IN SICILIA, MA SCIACCA PAGA LO SCOTTO DI 2.000 POSTI LETTO NON FRUIBILI

EDITORIALE DI FILIPPO CARDINALE

 

Se vogliamo esser lieti, siamolo, ma bisogna guardare la realtà con occhio attento senza lasciarci trasportare da “colpi d’occhio”. Quest’anno in Sicilia è boom di presenze turistiche. E’ ovvio considerata l’instabilità di Paesi del nord Africa e delle tensioni in medio Oriente. Senza dimenticare la paura di recarsi in alcuni paesi europei colpiti da terribili atti terroristici. La Sicilia sta traendo beneficio da una contingenza particolare. A Lampedusa, ad esempio, da mesi è tutto esaurito.

E a Sciacca? Va tutto bene? Possiamo considerarci soddisfatti? E’ boom di presenze? Sono interrogativi che esigono risposte. Purtroppo, e questo è un difetto enorme, non ci sono più i report ufficiali delle presenze diramate fino al 2014 dall’Ufficio turistico regionale di Sciacca. Un report trimestralmente aggiornato con dati ufficiali delle strutture alberghiere e B&B. Dati paragonati allo stesso periodo dell’anno precedente. In tal modo si aveva un quadro chiaro dell’andamento delle presenze. C’era anche la suddivisione tra le presenze di italiani e stranieri. Oggi si va per “sensazione”.

Al di là di essa, vediamo di chiarire alcuni punti. Da qualche anno Sciacca soffre in modo evidente la chiusura del complesso alberghiero Torre Macauda, e da due anni la chiusura delle Terme, incluso il Grand Hotel. Ciò significa che mancano grosso modo 2.000 posti letto. Sciacca oggi si attesta intorno a 3.700/3.800 posti letto, rispetto ai quasi 6.000 posti letto di cui disporrebbe. Ciò significa che mancano grosso modo 60/70 mila presenze annue. Insomma, normalmente Sciacca potrebbe chiudere l’anno con 500.000 presenze, ma si ferma tra 420 e 430 mila. Rimane, cioè, ferma al palo, tranne qualche lieve oscillazione lieve ma che non fa la differenza.

Dunque parlare di boom delle presenze turistiche è un percorso impervio. E’ più corretto parlare, invece, di occasioni perdute. Sciacca non cresce turisticamente per la mancanza di nuove strutture ricettive di una certa capacità. E, inoltre, penalizzata dalla chiusura delle strutture. Insomma, crescere in maniera importante non è possibile per motivi strutturali. Abbiamo detto che i dati ufficiali sono fermi al 2014. Nel 2015 è entrato in vigore un nuovo sistema gestionale delle presenze che, però, ha fatto perdere la possibilità della consultazione. I dati passano attraverso un complesso sistema tramite Istat, e ciò rende difficile la visione.

E allora facciamo un ragionamento sullo storico del 2013 e 2014. Da premettere che dal 2014 ad oggi poco è cambiato dal punto di vista delle strutture ricettive. Forse un paio di B&B nuovi. Ma la mazzata arriva con la chiusura delle Terme lo scorso anno. I dati del 2014 includono, ovviamente, anche le presenze delle Terme, allora ancora aperte. Le presenze nelle strutture turistiche nel corso dell’anno 2014 sono state quasi identiche a quelle del 2013. Nel dato complessivo, c’è stata una riduzione dello 0,6%, 429.882 contro 430.139, in sostanza 257 persone in meno. Non si riesce però a superare quota 500 mila, un limite che sembra invalicabile ormai da alcuni anni nonostante la presenza del resort di Rocco Forte e all’impegno degli alberghi di Aeroviaggi, quest’ultimi che toccano sempre il massimo. Al mezzo milione di presenze si era arrivati negli anni Novanta, quando forse non c’era la crisi di oggi e una vacanza in Sicilia se la permettevano più persone.

Nel 2014 sono stati ospiti degli alberghi di Sciacca 15 mila stranieri in meno rispetto all’anno precedente. Gli italiani sono invece aumentati: 156.531 nel 2013, 171.668 nell’anno da poco concluso. In buona sostanza, il 2014 conferma il dato delle presenze del 2013, con un totale di presenze che si attesta sulla cifra di 430.000 presenze, di cui 27.400 a beneficio dei B&B. Va detto chiaramente che il numero delle presenze ufficiali risente della inattività del complesso alberghiero di Torre Macauda, le cui presenze si attestavano tra 60 e 70 mila l’anno.

Analizzando il numero delle presenze con quello degli arrivi (il numero delle presenze è dato dal totale dei giorni che ogni singolo turista permane a Sciacca), possiamo comprendere il comportamento degli ospiti che hanno scelto la nostra Sciacca. I dati si riferiscono al 2014. Nelle strutture alberghiere, il soggiorno medio dei turisti è di 5,62 giorni (402.493 presenze, 71.517 arrivi), mentre nei B&B risulta di 2,65 giorni (27.389 presenze, 10.317 arrivi). Dunque, i turisti che scelgono di soggiornare nelle strutture alberghiere contribuiscono in maniera consistente a consolidare il dato del turismo a Sciacca nel profilo “stanziale”. Quasi una settimana è un dato che in provincia di Agrigento viene segnato solo da Sciacca e Lampedusa. Ad Agrigento, il soggiorno medio è di meno di tre giorni. Il grosso del movimento è dato dalla visita ai Templi, poi si riparte.

Nelle strutture B&B saccensi, il soggiorno medio è, dunque, 2,65 giorni. In buona sostanza, la media di soggiorno nei nostri B&B equivale alla media generale di soggiorno ad Agrigento. Nei B&&, dunque, l’ospite è più dinamico, meno stantio. Un turista che compie le sue tappe di visita della Sicilia, e permane a Sciacca due-tre giorni. Complessivamente, considerando gli alberghi e i B&B, il soggiorno medio a Sciacca è di 5,25 giorni. Un buon dato per classificare Sciacca come meta di un soggiorno stanziale, grazie al suo mare, alle sue bellezze paesaggistiche e monumentali.

Su questi dati bisognerebbe riflettere su una reale politica di programmazione mirata all’innalzamento della qualità dei servizi offerti al turista, alla qualità della vita nel nostro territorio.

Elaborare una seria ed efficace programmazione per invogliare il mercato turistico a optare la scelta di Sciacca anche in funzione dei servizi offerti. Ovviamente, l’asticella della qualità deve essere innalzata di parecchio. Riteniamo attendibile che anche nel 2015 e 2016 i dati non si discostino di molto. Insomma, se la capienza è questa, è evidente che parlare di boom è eccessivo.

Diciamo che Sciacca conferma i suoi dati turistici, ma non compie il salto importante. I dati delle presenze relative all’anno non sono disponibili. L’unico dato certo è l’ammontare dell’imposta di soggiorno. Dunque, parlare di boom di turismo nell’anno in corso è una pratica senza supporto di dati ufficiali. Possiamo dire che nelle ultime settimane la cifra delle presenze va come di consueto. Fortunatamente c’è il pieno in tutte le strutture, come del resto avviene ogni anno. C’è, semmai, da evidenziare come il pieno si raggiunge in un periodo molto compresso che va da fine luglio a metà agosto.

E’ un peccato non riuscire a destagionalizzare il flusso turistico nei mesi che non siano quelli clou dell’estate. Dai dati ufficiali manca la cifra che riguarda quel turismo “non gestibile”, ovvero dalle case vacanze, o quanti affittano le camere o case in maniera abusiva. Questo è un campo difficile da penetrare e, quindi, da valorizzare in numero di presenze. Però, è un dato, certamente, interessante.

Nota dolente è l’erogazione di servizi. Nessuno ad oggi sa quanto il turista va via da Sciacca portando con se l’idea di ritornare o suggerire ad amici e parenti il soggiorno a Sciacca. Sciacca deve crescere molto nel campo dei servizi. Le spiagge devono essere pulite già da aprile e fino ad ottobre. Accessi al mare ben curati, possibilità di docce, anche a pagamento, o possibilità di scrollarsi di dosso la sabbia dai piedi. Il centro storico deve essere un’oasi di relax, senza rumori e smog o parcheggi selvaggi. Anche di mattina la città deve presentarsi al turista con il profilo di città che accoglie adeguatamente. La pulizia della città deve essere una costante. Come la pulizia spicciola, come quella di svuotare nell’arco serale i cestini del centro storico.

Sarebbe, finalmente, il caso di dedicare alla stagione estiva una quantità adeguata di soldi per intrattenimenti e iniziative varie. Spendere 300 mila euro per il carnevale è un controsenso rispetto alla stagione di punta di Sciacca, quella estiva.

I turisti sono a Sciacca da aprile in poi. E’ assurdo programmare solo per pochi giorni a luglio ed agosto. Possibilmente con novità gradevoli, non sempre con le solite cose, viste e riviste, trite e ritrite.

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