ALLA SCOPERTA DELLA NORMALITA’ PERDUTA

L’ultima edizione del carnevale lascia intravedere qualche spiraglio di novità che può essere estesa nella vita quotidiana

Avere una città normale si può. Con la 111^ edizione del carnevale abbiamo scoperto l’acqua calda. Abbiamo scoperto quanto è bello che un’organizzazione funzioni. Abbiamo scoperto quanto è “normale” che una festa termini con puntualità in un orario prestabilito e che può essere condiviso da tutti, anche da coloro che abitano nel centro storico e sono costretti a subire disagi fino all’alba. Abbiamo scoperto quanto bello sia che le cose funzionino, che ci sia un’organizzazione che abbia la capacità di fare rispettare le regole stabilite. Che sia l’inizio, questo, di un cambiamento di cultura capace di traghettare perennemente la città verso quella attesa “normalità” ? Proviamoci.

Proviamo a scoprire quanto sia bella una città pulita, proviamo a scoprire quanto sia bella una città in cui si rispettano le piazze del centro storico e, in generale, il decoro di tutta la città. Scopriamo quanto sia bello constatare che la pulizia delle piagge avvenga già in primavera. Sarebbe normale per una città che guarda al turismo ed è baciata da chilometri di costa. Sarebbe bello non solo per i turisti, ma soprattutto per i saccensi desiderosi di vivere in una città in cui la normalità sia un obiettivo raggiunto. Proviamo a scoprire quanto si bello rispettare le esigenze altrui, evitando di trasformare slarghi in imbuti perché pur di bere un caffè si va in barba al traffico veicolare posteggiando in modo selvaggio? Facciano gli amministratori uno sforzo “anormale” per portare quella ventata di “normalità” in questa città, che serva ad elevare il livello, in verità bassissimo, della qualità della vita.

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