ALBERGO TORRE MACAUDA, LA VENDITA DEI BENI RIMANE AL TRIBUNALE DI SCIACCA

Risolta la vicenda di competenza con il Tribunale di Palermo. Il valore del complesso alberghiero abbattuto del 25%

La vendita della struttura alberghiera Torre Macauda, comprensiva di Vecchio Casale, il centro servizi e alcuni terreni, rimane al Tribunale di Sciacca. Così ha deciso ieri il giudice del Tribunale di Sciacca, Filippo Marasà, ponendo termine ad una questione sollevata dopo la dichiarazione di fallimento del Tribunale di Palermo, alla fine dello scorso anno, presentata da Enel. La dichiarazione di fallimento della società Sicilia Torre Macauda fu dichiarata dalla quarta sezione fallimentare dal Tribunale del capoluogo. L’udienza di ieri e la decisione del giudice Marasà fa cessare l’ipotesi che a curare la vendita del cpomplesso alberghiero potesse essere l’avvacato palermitano Giuseppe Milazzo.

La vendita dei beni rimane al Tribunale di Sciacca e il custode giudiziario continua ad essere il commercialista Calogero Cracò, il quale ha richiesto al sindaco di Sciacca la revoca dell’ordinanza di che vieta il transito sulla bretella di collegamento dalla struttura alla spiaggia.I lavori di messa in sicurezza sono stati completati.

Intanto, la vendita dei beni, per quanto riguarda il complesso alberghiero, è stata abbattuta del 25%. L’albergo ha valore di 14.252.000 euro, il vecchio casale 465.000 euro, alcuni terreni 571.000, il centro servizi 1.650.000 euro.

La data della prossima vendita sarà stabilita entro 90 giorni. I creditori di Torre Macauda sono l’Ircac che ha la parte più conistente con 40.000.000 di crediti vantati. Poi le finanziarie Sagrantino Italy, Aspra Finance, Italforndiario e la Serit.

La chiusura della struttura albergjiera risale al 2012. Vennero licenziati diverse decine di lavoratori. La chiusura del complesso albreghiero ha provocato anche una perdita di presenze turistiche pari a circa 50.000 mila l’anno.

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