TERME, CCÀ NISCIUNO È FESSO. I DUE TESTI A CONFRONTO EVIDENZIANO LA SOLITA FARSA E MEDIOCRITA’

La correzione del testo originario dimostra l’approccio mediocre e farsesco con cui si affronta la quesione delle Terme

Una premessa è necessaria: da sempre ci siamo battuti per le Terme e abbiamo scritto articoli non guardando nessuno in faccia. Abbiamo scritto articoli che ci hanno sempre dato ragione. Li abbiamo scritti per evidenziare la mediocrità di una classe dirigente regionale e politica che non ha saputo dare serio e valido impulso alla valorizzazione della risorsa termale. Li abbiamo scritti perché crediamo nell’importanza di un complesso termale come volano dell’economia del territorio. Ma crediamo alle iniziative serie e immediate.

Non crediamo alle enunciazioni, alle promesse, ccà nisciunu è fesso . Era il 1999 quando fu approvata la legge sulle privatizzazioni degli enti regionali economici. Da allora ad oggi sono trascorsi 16 anni. Dal 2004 fino ad oggi, la curva delle terme ha subito una flessione costante e preoccupante, fino alla situazione fallimentare attuale. Otto milioni di euro di debiti su un capitale sociale di 14,5 milioni è roba da conseguenze da codice civile.

La politica, in questi ultimi giorni “esulta” e si “compiace” per un articolo approvato nella legge relativa all’esercizio provvisorio 2015 della Regione che destina “800 migliaia di euro” ai “bacini termali siciliani pubblici. Sulle terme diventate società per azioni si continua a sbagliare, ad assumere un atteggiamento mediocre e irresponsabile. Un tentativo di gettare fumo mirato a cogliere consenso elettorale. Ma i tempi sono diversi e la gente comprende più di quanto crede la classe politica.

Per spiegare meglio quanto successo in questi ultimi giorni, offriamo ai nostri lettori la comparazione dei due testi degli emendamenti mirati al pagamento dei debiti della Terme di Sciacca Spa nei confronti di Enel, Inps, Girgenti Acque. Due testi che dimostrano come ci si arrampichi sugli specchi per tentare di eludere le infrazioni dettate dalle norme comunitarie in materia di aiuti di Stato. A beneficio dei nostri lettori, che già sanno bene la questione, ricordiamo che la Terme di Sciacca Spa, pur essendo formata interamente da capitale pubblico (unico socio la Regione) non può ricevere aiuti economici dalla Regione. L’unico modo può essere l’aumento del capitale sociale, cosa che non può avvenire in quanto la Terme di Sciacca Spa è in liquidazione.

Questo il testo dell’emendamento precedente stralciato perché assai evidente il conflitto con le norma comunitarie.

Disposizioni finanziarie in favore delle Terme di Sciacca I.

Al fine di evitare il depauperamento dei patrimonio regionale, per la conservazione del valore delle imprese e per provvedere, in funzione del migliore realizzo, tramite gara ad evidenza pubblica, all’affidamento a soggetti privati della gestione e valorizzazione dei complessi cremo-termali e idrotermali di Sciacca, come previsto dall’articolo 21 della legge regionale 12 maggio 2010, n. 11, è destinata alle Terme di Sciacca Spa la somma di 800 migliaia di euro. La somma verrà utilizzata esclusivamente per il pagamento dei debiti Enel, Servizio Idrico, Inps, il cui adempimento sarebbe causa della interruzione delle attività sociali, al fine di consentire il proseguimento sino all’affidamento della gestione a soggetti privati.

Come si evince, nel testo si fa preciso riferimento alla destinazione della somma, cioè per il pagamento di debiti verso fornitori. Qualcuno a Palazzo dei Normanni si è accorto della bestialità, e ha formulato un secondo emendamento, poi approvato, ieri pomeriggio, in Aula parlamentare.

Questo l’emendamento approvato anche dall’Aula.

DDL N. 913/A Art. 12. Disposizioni finanziarie in favore dei bacini idrotermali pubblici

I. Al fine di evitare il depauperamento dei patrimonio regionale, per la conservazione del valore delle imprese e per provvedere, in funzione del migliore realizzo, tramite gara ad evidenza pubblica, all’affidamento a soggetti privati della gestione e valorizzazione dei complessi cremo-termali e idrotermali esistenti nei bacini pubblici della Sicilia, ai sensi dell’articolo 21 della legge regionale 12 maggio 2010, n. 11, nel bilancio della Regione per l’esercizio finanziario 2015 è istituito un fondo di 800 migliaia di euro, previa verifica della sussistenza delle condizioni tecniche ed operative.

Come si nota, sparisce l’univoca destinazione alla Terme di Sciacca Spa e si include anche la Terme di Acireale Spa (bacini idrotermali siciliani pubblici). Dunque la somma di 800 mila euro dovrà essere ripartita, dando per assurda ipotesi che l’articolo non venga impugnato dai competenti uffici della Presidenza del Consiglio dei Ministri che adesso suppliscono il Commissario dello Stato.

Secondo punto. Sparisce la indicazione della destinazione, cioè il pagamento dei debiti Enel, Servizio Idrico, Inps. E allora a che serve costituire il fondo? Come fa la Terme di Sciacca Spa (e la consorella acese) a utilizzare i soldi per pagare luce, acqua e contributi previdenziali? Ma bisogna togliersi il cappello – i francesi sono più eleganti nel dire chapeau!- di fronte alla fantasia ed alla creatività dimostrate in questi giorni dalla politica regionale e dalla casta dirigenziale regionale. Siamo sempre di fronte al filantropico intento di “evitare il depauperamento del patrimonio regionale”. Ma quale? Quello in usufrutto?

Ma siamo anche di fronte all’altro capolavoro, la “conservazione del valore delle imprese”. Ma la Terme di Sciacca Spa (e la consorella acese) non ha un avviamento commerciale, ma solo debiti e passività, sin dalla sua costituzione. Altro capolavoro di parole contenuto nell’articolo approvato: “in funzione del migliore realizzo” per l’affidamento ai privati. Ma se il bando non è ancora stato pubblicato! Se il primo bando risale a oltre due anni fa e fu un disastro per errori contenuti! E il secondo? E’ sulla buona strada per trasformarsi in un flop. E in ogni caso, per l’eventuale affidamento delle strutture ad un privato passeranno almeno due anni visto che è stata scelta la procedura negoziata.

Ma le meraviglie non finiscono qui. Nell’articolo approvato è scritto che “è istituito un fondo di 800 migliaia di euro previa verifica delle condizioni tecniche e operative”. Incredibile! Ma quali sono le condizioni tecniche ed operative delle quali occorre accertare la sussistenza prima di erogare gli euro? E chi le dovrebbe accertare? Il liquidatore Turriciano, il Dirigente dell’assessorato all’Economia, l’Assessore, il Presidente della Regione? La storia da otto anni, purtroppo, si ripete.

Un’ultima considerazione. La somma di 800 mila euro, per come concepito l’articolo, è destinata alle due società termali. Dunque, la cifra dovrebbe essere divisa a metà. ma con quale titolo viene trasferita alle medesime società?  Ed esse come scrivono in bilancio le somme? Come sopravvenienza attiva? Le sopravvenienze sono componenti straordinari di reddito, nel senso che dipendono generalmente da accadimenti aziendali che non sono direttamente imputabili al core business (oggetto sociale) dell’azienda. Dunque, sulla sopravvenienza attiva bisognerà detrarre l’imposta fiscale che su di essa grava.

Alla fine della filiera, non considerando l’eventualità della impugnativa dell’articolo approvato, alla Terme di Sciacca Spa andrà una cifra che sarà assai distante anche dai 400 mila euro, cioè della somma messa in bilancio divisa per due.

Che la storia si ripeta è chiaramente riscontrabile dal fatto che dalla tragedia si sta rapidamente passando non alla commedia dell’arte (che già sarebbe tanto) ma alla farsa.

Archivio Notizie Corriere di Sciacca