NON SI VIVE SOLO DI NUMERI, MA ANCHE DI RESPONSABILITA’. LA PROVA DEL 7 (FEBBRAIO)

Editoriale di Filippo Cardinale

 

Giorno 6 febbraio è una data “rossa” per Sciacca. Il colore acceso non è per una ricorrenza festiva, ma rappresenta un codice rosso che avrà riverberi su diversi settori della vita economica e sociale. Il 6 febbraio approda in aula il bilancio di previsione 2016 è quello pluriennale (2016-2018) con o senza esito favorevole della Commissione consiliare Bilancio. Il voto della Commissione non è vincolante.

Vincolante, semmai, è la questione numerica della maggioranza. Sicuramente, la seduta del 6 sarà aggiornata all’indomani, quando il quorum per rendere valida la seduta consiliare si abbassa. Lo strumento finanziario che approda in aula cavalca una questione squisitamente politica. Infatti, per via del ritardo accumulato, in aula non possono essere apportati emendamenti. 

Dunque, la questione è squisitamente politica. E qui entra inevitabilmente la contrapposizione dei due schieramenti che in questi anni se le sono suonate senza risparmio di colpi bassi, invettive, accuse. Abbiamo sempre scritto che gettarsi fango tra le parti può essere anche divertente ma provoca inevitabilmente lo sporcarsi degli abiti che si indossano, da ambedue le parti. Invettive che risuonano tra la gente, la quale ha problemi esistenziali ben più gravi degli scontri politici. Ma a orecchi che non sentono, è inutile parlare.

L’Amministrazione Di Paola si trova davanti ad una dura prova, quella più impegnativa. Da una maggioranza schiacciante di 18 consiglieri è scesa a 13 e dunque non è più tale. E’ vero che non si vive di sola maggioranza, ma senza di essa non solo si vive male (politicamente parlando), ma si rischia di fare la fine del topo. Non vogliamo, almeno in questa occasione, entrare nella cronologia dei fatti politici dall’insediamento della giunta Di Paola ad oggi. Le evoluzioni politiche sono state diverse, come del resto le involuzioni. Le occasioni di dialogo allargato non sono mancate, ma sono mancate le visioni politiche capaci di guardare al di là del naso di qualche leader titolato. Alla fine, gli errori si pagano, e non basta certo qualche nota stampa farcita di nervosismo e frustrazioni a tentare di beatificare chi sul proprio capo non ha lo spazio per ospitare l’aureola. Mi fermo qui per non recare lavoro a yesman costretti a difendere l’indifendibile.

Il compito dell’opposizione è ovviamente quello di controbattere le scelte politiche della maggioranza e il suo operato amministrativo. E’ il gioco della parti. Una maggioranza ha l’onore di governare la città, ma anche l’onere di sostenere con i numeri gli indirizzi che si intendono traguardare. L’opposizione tenta di fare sbarramento, rafforzare la difesa, ed evitare che la squadra avversaria vada in goal. C’è un altro compito, stavolta a carico del partito che ha il maggiore carico di responsabilità nella politica locale. Faccia, esso, un vero esame di coscienza, se riesce a farlo. Specie il leader titolato, il quale ha il dovere morale prima e politico dopo di essere efficiente bussola. Cosa che, in verità, non ha mostrato di saper fare, anzi ha indotto la maggioranza a naufragare.

Ma rispetto al “gioco politico delle parti”, vi è un interesse superiore che valichi tale gioco? Si, c’è quello dell’interesse della collettività. Questa frase pomposa che spesso viene usata negli interventi in aula consiliare. Fermo restando che l’opposizione ha il diritto di bocciare le proposte della maggioranza, tale diritto ha un limite? La risposta è affermativa se si pensa a “l’interesse della città”.

Cosa comporta la bocciatura del bilancio? Certo non è come l’effetto esplosivo di un ordigno nucleare. Ma i danni ci sono. La bocciatura del bilancio ha senza dubbi effetti negativi sulla città. L’immediato è lo stop al carnevale che potrebbe essere celebrato un paio di mesi avanti. Ma è così semplice? No. Basti pensare al lavoro dei carristi, dei gruppi; basta pensare alle migliaia di prenotazioni nelle strutture ricettive, nei ristoranti. Basta pensare agli acquisiti già fatti da parte delle attività commerciali. Carnevale deve svolgersi nel suo periodo naturale. Per chi non lo avesse ancora capito (o fa finta di non capirlo) la festa è una provvidenziale boccata d’ossigeno per l’economia locale proprio in tale periodo. Periodo di bassissima stagione e nel quale i turisti si vedono manco col binocolo. Non ha senso spostarla nella stagione in cui la presenza dei turisti è più corposa. La boccata d’ossigeno economico per le attività non serve per arricchirsi, ma serve a dare una spinta ad un periodo invernale lungo. Gli incassi servono a pagare le tasse e a sopravvivere.

Lo stop al bilancio comporta lo stop all’erogazione di tanti servizi ai cittadini, specie verso quelli più deboli. Dunque, ci saranno fasce di cittadini che pagheranno sulla propria pelle la vicenda politica che si è venuta a creare in Consiglio comunale. Lo stop al bilancio ritarderà di qualche mese i pagamenti di ditte che hanno svolto servizi e forniture al Comune. Tante ditte non avranno la disponibilità di liquidità per lavori e servizi prestati al Comune. Ciò creerà, come sta creando, non poche difficoltà alle medesime ditte.

Vero è che se il bilancio viene bocciato non sprofonda Sciacca. Ma questo può esserlo in linea teorica. Nel caso di bocciatura del bilancio arriva il commissario ad acta, il quale riproporrà il bilancio al Consiglio comunale. Se sarà nuovamente bocciato, il commissario avrà il potere di approvarlo in autonomia. Tutta questa procedura comporta la perdita di almeno due mesi.

Ma siamo sicuri che tutto questo non comporti danno alla Città? Ogni consigliere comunale faccia un esame di coscienza, al di là dell’appartenenza alle ragioni politiche. Faccia le critiche più spietate, più dure, ma tenga davanti la propria coscienza il bene supremo della politica, quella con l’iniziale maiuscola e che è l’interesse della cosa pubblica.

La gente guarda, sempre però più esasperata e assillata dalle mille difficoltà quotidiane. Le matite si temperano, in attesa di essere usate nell’imminente primavera. Dentro le cabine elettorali.

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