MENTRE LE TERME MUOIONO, CROCETTA MANDA LETTERINE. SAREBBE UN BENE PER LA SICILIA SE SI DIMETTESSE

Come definire la vicenda delle terme? Una farsa, una tragedia, una commedia? Se non fosse per il destino di decine e decine di stagionali rimasti a braccia conserte, verrebbe proprio da ridere. Ma la questione è seria, serissima, e non rimane che piangere. Piangere per la chiusura delle terme, fatto mai accaduto in precedenza e nella lunga storia della risorsa termale. Piangere per come è bistrattato un intero territorio, piangere per i riflessi di una economia sempre più minata nella sue fondamenta. Un capitolo nero è stato scritto, e l’autore non può che essere il Presidente della Regione, Rosario Crocetta.

La sua rivoluzione, in effetti, c’è stata e si materializza con il disastro delle terme. La sua rivoluzione ha spinto definitivamente la risorsa termale nel baratro della vergogna della chiusura. Resta la farsa, quella dell’indifferenza. Ma peggio ancora, quella della cattiveria. Crocetta con la sua ultima mossa, giunta al sindaco ieri attraverso una lettera, scarica il barile: pensateci voi. Questo in buona sostanza il contenuto della lettera. Lo avevamo scritto che sarebbe finita così. Il sindaco ha tentato di lanciare una soluzione, una sollecitazione. Il Governo regionale non ha deciso e ha passato la patata bollente al sindaco. Il Governo Crocetta continua ad essere deleterio, non solo per Sciacca, ma per l’intera Sicilia. Sarebbe già una vera soluzione se Crocetta andasse via, dimostrando di voler il bene dell’Isola.

Filippo Cardinale

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