LAVORO NERO E SFRUTTAMENTO: GDF SCOPRE CASO GRAZIE A FACEBOOK

A Castelvetrano una giovane commessa sarebbe stata costretta ad accettare lavoro sottopagato a causa delle disagiate condizioni economiche e familiari. La Guardia di Finanza ha segnalato alla Procura di Marsala i due imprenditori per il reato di sfruttamento del lavoro aggravato dalla minaccia, sanzionato con la pena della reclusione da 5 a 8 anni e con sanzioni amministrative che superano i 5.000 euro.

Si tratta di una società attiva nel settore del commercio di giocattoli all’interno della quale lavorava una dipendente sottoposta a condizioni di totale sfruttamento.

Le indagini sono iniziate nel mese di settembre del 2017, a seguito di un normale controllo fiscale eseguito nei confronti della società. In quella sede, nonostante il controllo avesse avuto esito regolare, uno degli esercenti è parso ai verbalizzanti visibilmente preoccupato. Insospettiti dall’insolito comportamento, i finanzieri hanno avviato una approfondita attività info-investigativa condotta anche attraverso l’analisi dei social network. Ed è stato proprio l’incrocio delle informazioni acquisite da Facebook con le risultanze delle banche dati in uso al Corpo a fare luce sulla vicenda. I militari, infatti, hanno individuato un profilo virtuale intestato al negozio ma amministrato da una signora che non risultava essere tra i dipendenti regolarmente assunti dalla società. I finanzieri hanno quindi invitato in caserma l’amministratrice della pagina Facebook la quale, rassicurata dalla presenza dei militari, ha fornito dettagli e particolari riprovevoli sulle condizioni lavorative a cui è dovuta sottostare per diversi mesi. Ha raccontato ai militari di essere stata più volte minacciata di licenziamento e di aver accettato il lavoro in quanto i titolari avevano promesso di assumerla regolarmente.

Nessun giorno di ferie, straordinari mai retribuiti, obbligata a lavorare anche gratuitamente e da ultimo costretta a non denunciare in quanto, per via delle vantate “importanti conoscenze” dei titolari dell’azienda, non avrebbe più trovato impiego a Castelvetrano.

La giovane commessa, proprio nel settembre 2017, fu cacciata via dal negozio e costretta dai titolari a nascondersi per evitare di essere controllata dai finanzieri che di lì a poco sarebbero entrati nel locale.

Nel corso delle attività investigative è emerso anche che i due imprenditori avrebbero approfittato del forte stato di bisogno della dipendente. Secondo i finanzieri erano infatti pienamente consapevoli delle precarie condizioni economiche della ragazza e della necessità da parte di quest’ultima di ottenere un impiego.