SCOMPARSA NAVE HEDIA, ACCURSIO GRAFFEO LANCIA PETIZIONE ONLINE PER SCOPRIRE LA VERITA’. A BORDO C’ERA UN GIOVANE SACCENSE

“Verità e giustizia sulla sparizione dei marinai di Nave HEDIA, chi sa parli”. Così Accursio Graffeo ha chiamato la sua petizione online, per la quale chiede un sostegno. Accursio è il discendente (in qualità di nipote) di Filippo Graffeo, uno dei venti componenti dell’equipaggio di quel mercantile (19 italiani, uno britannico) di cui non si è saputo mai nulla.

I parenti non hanno mai avuto neanche un corpo da piangere o seppellire. Accursio Graffeo intende dirigere tutte le adesioni che raccoglierà sulla sua petizione alle massime autorità dello Stato. Un’opera di sensibilizzazione per appurare la verità su una tragedia incredibile, misteriosa, probabilmente al centro di un intrigo internazionale dai contenuti drammatici. In 53 anni le istituzioni – accusa Accursio Graffeo – le istituzioni non hanno mai dato, o voluto dare, una risposta. Sparì nel 1962, in piena campagna d’Algeria, quella che vedeva la Francia lottare per un dominio coloniale al quale tempo dopo dovette rinunciare. Durante gli otto anni della Guerra di Algeria numerosi furono i sequestri operati da parte della Marina Militare Francese di navi “gun runners” utilizzate per fornire armi agli insorti algerini del Fronte di Liberazione Nazionale che combatteva le truppe e le formazioni paramilitari francesi. Probabilmente l’Hedia era una di queste, e forse la sua sparizione e il successivo mancato ritrovamento obbedirono ad un meccanismo inconfessabile, quello della necessità di contrastare con ogni mezzo chi si fosse permesso di sostenere i ribelli.

Forse l’Hedia trasportava armi dirette agli algerini per conto dell’ENI, l’azienda petrolifera di stato presieduta da Enrico Mattei (morto lo stesso anno in uno strano incidente aereo). Nave dunque che secondo i sospetti dei parenti delle vittime dei componenti l’equipaggio sarebbe stata sequestrata dalle autorità marittime francesi. Sospetti che scaturiscono anche da numerose testimonianze e notizie acquisite nel corso di tutto questo tempo, anche se non c’è mai stata un’indagine giudiziaria in Italia, altro fatto piuttosto strano, apparentemente tendente a coprire d’oblio questa vicenda. E dopo le interrogazioni parlamentari degli anni immediatamente successivi alla tragedia, solo recentemente il Parlamento è tornato ad occuparsi di questa vicenda.

Per il nipote di Accursio Graffeo non è più accettabile che convenienze ed opportunismi, politici e non (quella che potremmo definire realpolitik) coprano ancora a distanza di tanti anni vicende che ormai non hanno ragione di essere ulteriormente occultate, tanto più in quanto lo scenario geopolitico internazionale è mutato e le figure di spicco sia a livello nazionale che internazionale coinvolte sono da tempo scomparse.

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