SAN CALOGERO, I RANDAGI SI MOLTIPLICANO E ANCHE I PERICOLI. NONOSTANTE SIA IN VIGORE UN SEVERO REGOLAMENTO, C’E’ CHI LO ELUDE QUOTIDIANAMENTE

A San Calogero i randagi si moltiplicano e divenrtano un serio pericolo per l’incolumità pubblica. Ovviamente, il fenomeno non riguarda solo la località posta sul monte Cronio, ma interessa diverse zone della città.

Ma San Calogero è meta di turisti, din sportivi, di tanti saccensi che apprezzano sempre il fantastico panorama che il colle offre.

“La proliferazione spropositata dei randagi sul monte è anche dovuta al fatto che questi randagi vengono nutriti costantemente sulla strada, nei posti più pericolosi per automobilisti e scooteristi (numerosi cani sono morti per incidenti vari) e, non avendo la necessità di cercare il cibo, stazionavano costantemente, si accoppiavano e si riproducevano in numero sempre maggiore”, srive ala nostra redazione Enzo Sabella, residente della zona.

“Tante le proteste e denunce agli organi preposti e innumerevoli segnalazioni agli uffici preposti del Comune, ma nonostante tutto questo tempo, niente è cambiato in meglio, ma addirittura il fenomeno del randagismo si è ingrandito in quanto a numero dei cani presenti nella medesima zona”, aggiunge Sabella.

Per rendersene meglio conto basta farsi un giretto ed inoltrarsi nella pineta, facendo debita attenzione a non arrivare vicino ai caseggiati dell’Eas, perchè li insiste un vecchio caseggiato che adesso è diventato il ricovero di un numero imprecisato di cani randagi (circa una ventina) che si moltiplicano ormai ad un ritmo vertiginoso, non essendo sterilizzati, e che comportano un pericolo tanto più maggiore quanto più aumentano di numero.

“In questi giorni è capitato un fatto assai inquietante, uno dei cani era morto in mezzo alla strada subito dopo la curva del crocifisso vicino alla postazione della forestale, ed altri cani “banchettavano” con il corpo straziato del povero animale”, racconta Sabella.

Perchè il Comune è impossibilitato ad agire? Si chiede Sabella. “Perché il comune è “ostaggio” di una persona( ben conosciuta agli organi preposti) che a Sciacca è il massimo responsabile della proliferazione del randagismo? Perché questa persona ha costituito numerosi punti in cui branchi di cani si riuniscono in attesa che lei passi a portare il mangiare e nell’attesa si avventano su chiunque passi da quei luoghi?”

Eppure, lo stesso Sabella cita il regolamento comunale sul “benessere degli animali” che all’articolo 42 detta le norme per i cani randagi che sono le seguenti:

Art. 42 – Somministrazione di cibo a cani randagi

1. Le associazioni o gruppi di cittadini, che somministrano cibo ai cani, hanno l’obbligo di rispettare le norme per l’igiene del suolo pubblico e del decoro urbano evitando la dispersione di alimenti provvedendo alla pulizia della zona dove i cani sono alimentati dopo ogni pasto ed asportando ogni contenitore utilizzato per i cibi solidi ad esclusione dell’acqua;

2. al fine di salvaguardare l’incolumità pubblica, le associazioni o i cittadini che somministrano cibo ai cani, hanno l’obbligo di segnalare all’ufficio Comunale competente la presenza di un branco di cani superiore a n.2 esemplari;

3. la somministrazione di cibo deve essere evitata nel caso di presenza di un branco superiore a n.2 esemplari e/o in prossimità di cassonetti per la raccolta dei rifiuti al fine di salvaguardare l’incolumità pubblica.

Sabella fa notare come la persona che porta costantemente cibo ai randagi “trasgredisce abbondantemente tutti e tre gli articoli quotidianamente, lasciando rifiuti sulla pubblica strada, non segnalando il numero dei cani, ma soprattutto radunando in alcune zone ben oltre 20 esemplari sia in prossimità dei cassonetti che sulla pubblica via”.

 

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