È un tentativo disperato per evitare che le strade diventino montagne di rifiuti. Ma nell’ordinanza c’è un obbligo perentorio: entro fine luglio, i Comuni dovranno stipulare contratti con ditte specializzate per trasportare fuori dalla Sicilia i rifiuti in eccesso.
Nell’ordinanza firmata ieri sera è imposto che dal primo ottobre i Comuni possano portare in discarica una quantità di rifiuti pari solo al 70% di quella scaricata fino all’anno scorso.Tutta la quota eccedente va trasferita fuori dalla Sicilia e non sarà la Regione a occuparsi (e pagare) il trasferimento: dovranno farlo i sindaci.
L’ordinanza prevede che entro fine luglio i Comuni “dovranno trasmettere il contratto di affidamento del servizio di trasporto dei rifiuti non ammessi in discarica”. E se in passato misure simili sono rimaste sulla carta perchè prive di sanzione, ecco che in questa ordinanza si prevede che “la mancata trasmissione del contratto” per portare i rifiuti fuori dalla Sicilia “costituisce grave violazione e comporta l’avvio del commissariamento e della decadenza degli organi comunali“.
I sindaci rischiano la poltrona, è questa la novità scritta da Musumeci. E aggiunge, il presidente, che entro fine giugno i Comuni che non raggiungono il 65% di raccolta differenziata devono radicalmente modificare il sistema cittadino introducendo la raccolta porta a porta e i centri di conferimento comunale e facendo sparire i cassonetti stradali.
L’ordinanza permette di riaprire la discarica di Cava dei Modicani, dove verranno smaltiti i rifiuti del Ragusano (che non possono più andare a Siculiana perchè l’impianto è chiuso). Musumeci ribadisce che in generale il processo di biostabilizzazione, che abbatte i principi inquinanti dei rifiuti prima dell’immissione in discarica, può durare in Sicilia 15 giorni invece che tre o quattro settimane.
È – con alcune correzioni – la riproposizione del punto chiave dell’ordinanza scaduta a fine maggio e che il governo nazionale a trazione grillina si è rifiutato di prorogare. Il no del ministro Sergio Costa aveva provocato, oltre alla chiusura della discarica di Siculiana, il sovraccarico degli impianti di Lentini e Trapani che rischiano a loro volta di saturarsi perchè costretti ad accogliere i rifiuti di altre quattro province.
Filippo Cardinale