QUANDO L’ALLERTA METEO DIVENTA INCUBO

Il territorio urbano di Sciacca sta mostrando ancora una volta i propri limiti storici. La pioggia costante di alcune ore fa ha ripresentato gli stessi problemi di due anni fa. Come se il tempo non fosse passato, come se quanto successo due anni fa, con i torrenti allagati, la tragedia di una persona scomparsa, l’allagamento di alcune aziende, le strade allagate ed i disagi che hanno interessato tanti quartieri, non fosse servito a nulla.

La situazione idrogeologica del territorio è precaria, si dovrebbe fare uno studio attento su come prevenire e soprattutto programmare e progettare un’azione di salvaguardia per evitare pericoli ancora più gravi. I torrenti che attraversano il territorio e che in alcune zone sono affiancati da insediamenti abitativi, devono essere ripuliti con un’azione non solo annuale, ma semestrale. Foce di Mezzo, Foggia e San Marco sono esondati due anni fa in occasione del nubifragio di novembre e nonostante quell’episodio, non ci sono stati interventi urgenti e rapidi. I progetti che interessano soprattutto la zona Bagni, sono stati finanziati, ma i lavori non cominciano.

La via Pellegrinaggio oggi è identica a due anni fa. Lì forse si doveva agire in occasione della realizzazione degli edifici, ma occorre fare qualcosa per evitare che in futuro insieme alla strada scendano a valle anche le case. E poi la rete idrica e fognaria, quella del centro storico e del quartiere Perriera: se la prima è vecchia e in stato di degrado, lo stesso non si può dire della seconda, che doveva essere fatta meglio visto l’incremento di case e di residenti che c’è stato negli ultimi 30 anni. Non si può rischiare di chiudere tutto l’inverno la via Lido, oggi unica strada di collegamento con i quartieri ad ovest del centro abitato.

Il territorio saccense in occasione di meteo avverso è una polveriera. Le colpe sono in gran parte di chi negli scorsi decenni ha permesso di edificare senza regole, di chi ha fatto affari senza salvaguardarlo, di chi non ha rispettato la natura e permesso di edificare in maniera indiscriminata o doveva realizzare le opportune contromisure in fatto di impianti di deflusso delle acque.

Ed oggi non si fa nulla per riparare ai danni del passato, per tentare almeno di garantire sicurezza alla vita umana. La città trema di fronte ad ogni allerta meteo, la pioggia è diventata un incubo e così non si può vivere serenamente.

Giuseppe Recca


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