PESCA, MARIA IACONO (PD) INTERROGA IL MINISTRO

La deputata agrigentina Maria Iacono (PD) ha presentato un’interrogazione al ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, Maurizio Martina. La deputata interviene dopo le direttive emanate in materia di pesca e cooperazione, il quale ha recentemente approvato una risoluzione mirante a ripartire il 20% delle quote tonno nazionali, tenendo conto anche della pesca artigianale.

L’interrogazione dell’onorevole Maria Iacono tende a comprendere “quali iniziative ha in animo il Ministro di assumere al fine di porre rimedio agli effetti devastanti che avrebbe tale provvedimento della Direzione Generale pesca sulla flotta siciliana e quali correttivi si intendono dunque apportare per salvaguardare le aspettative ed i sacrosanti diritti di quanti ancora in Sicilia fanno della pesca la loro principale attività lavorativa, contribuendo in significativa parte alla crescita ed allo sviluppo economico, occupazionale e perfino culturale dell’intera regione”.

Iacono evidenzia “la sacrosanta protesta di tutte le organizzazioni professionali e di categoria del settore, nonché delle principali flotte pescherecce siciliane, comprensibilmente preoccupate per la drammatica ricaduta che essa avrebbe sulle già deficitarie condizioni di un comparto che, al contrario di quanto accade effettivamente, dovrebbe costituire uno dei principali cardini dello sviluppo economico della regione”, provocata dalla decisioe della Direzione Generale della pesca marittima e dell’acquacoltura del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali che ha recentemente” licenziato un provvedimento che decreta l’esclusione della Sicilia dalla ripartizione delle cosiddette “quote tonno”, al contrario di quanto programmato per il resto delle regioni italiane”.

Per Iacono, “tale provvedimento rappresenta a conti fatti un colpo ferale ad un tipo di attività, quella della pesca artigianale, che oltre a costituire una delle partiche più diffuse in molte parti della fascia costiera sud occidentale, in primis Sciacca, Licata e Mazara del Vallo, rappresenta altresì uno dei più antichi e suggestivi tratti identificativi della tradizione e della storia marinara siciliana”.

Iacono spiega che il “non prevedere alcuna quota tonno, a fronte dei un esponenziale aumento di tale specie ittica, stimato dell’ultimo pari a circa il 20% rispetto all’anno precedente, e ritenuto che proprio il Mediterraneo è letteralmente pieno di tonni che stanno prosciugando il mare di specie di cui si alimentano, fra cui caratteristiche tipologie di pesce azzurro, sarde ed acciughe su tutti” provoca il danno eorme “che viene arrecato a quelle flotte pescherecce la cui prevalente attività si concentra sulla pesca di tali specie”.

 

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