PERRONE: “IL TRIENNIO BONO SOLO UN INCIDENTE DI PERCORSO. E’ LA SUA GUIDA CHE HA FALLITO”. E POI: “SI E’ DIMESSO ESCLUSIVAMENTE PERCHE’ PREOCCUPATO PER I CONTRIBUTI PENSIONISTICI”

Pubblichiamo parte della relazione del segretario cittadino dell’Api, Ignazio Perrone, in occasione del primo congresso cittadino dell’Api, celebrato ieri sera. Perrone si è soffermato, dopo una premessa politica con un orizzonte più ampio, sulla vicenda del sindaco Vito Bono.

C’è necessità di un programma che dia chiari segnali di attuabilità, e di discontinuità con il passato (amministrazione Turturici cui dò tutto il mio giudizio negativo), segnando contemporaneamente le figure e le risorse umane che possano attuarlo. Allontanando contemporaneamente e definitivamente dal campo idee retrive di chiusure, vendette, rivalse, incomprensioni e quant’altro possa essere di pregiudizio per l’interesse primario della nostra collettività, in un quadro serio, ripeto, e trasparente di accordi tra le varie forze politiche che formerà il panorama delle alleanze.

Solo in questo modo potremo far capire ai nostri amati concittadini che il caso “BONO” è stato archiviato. Che il triennio BONO è stato solamente un incidente di percorso (per ciò che riguarda la conduzione dell’esecutivo e non per i partiti che hanno concorso alla vittoria e alla gestione) che l’unità d’intenti dei partiti che si vogliono mettersi d’accordo per procedere celermente ad amministrare questa nostra laboriosa comunità, può e deve riemergere vittoriosamente. Perché cari amici, ebbene che tutti ce ne rendiamo conto, non hanno fallito il sistema delle alleanze o gli apporti dei partiti che hanno sostenuto l’esperienza Bono, ma ha fallito, la guida dell’amministrazione.

Infatti, prova ne è che mentre il Dott. Bono con poca eleganza, in solitudine e con improvvisate dichiarazioni unilaterali e invettive indirizzate a tutti i partiti che componevano la sua maggioranza, ha lasciato il comando dell’esecutivo cittadino, senza nessun motivo se non quello riconducibile alla sua manifesta incapacità dì coordinamento e di regia.

Gli stessi partiti che componevano la maggioranza, dopo un primo momento di sbalordimento e normale disorientamento, hanno immediatamente, seppellito la passata esperienza amministrativa e di fatto ripreso il filo di un dialogo nell’interesse di ritrovare unità d’intenti su programmi futuri. Perché, diciamocelo onestamente questo, non è stato il fallimento del patto tra le forze politiche, che ha portato alla vittoria del progetto BONO, questo è stato il fallimento unicamente del Dott. BONO, che tutto a un tratto sentendosi inadeguato a sostenere le responsabilità che gli venivano nell’amministrare una citta così complessa come Sciacca, abbandona tristemente il campo.

Ma lasciamo stare queste considerazioni che saranno riprese dopo e brevemente nella mia relazione e passiamo a definire il tema di questo nostro primo congresso che oltre a definire la squadra politica locale ha il compito primario e lo scopo principale di ripartire per un nuovo progetto per governare avendo acquisito prima: chiarezza di alleanze, chiarezza e concretezza e attuabilità di programmi, dando disponibilità al dialogo e comunicazione con tutte le forze (politiche e non) che lo richiederanno, senza alcun pregiudizio ma senza riceverne veti o limitazioni di alcun genere e non accettando lezioni da nessuno.

Dobbiamo riprendere a dialogare con i cittadini far capire le nostre ragioni – ma principalmente sentire le loro richieste, ascoltare loro giudizi (anche quelli più taglienti che non vorremmo che mai ci dicessero),  sentire in che cosa loro pensa si sia sbagliato, le attese future di tutti, in principal modo delle categorie produttive. Questo è lo scopo di questo congresso, su questo dobbiamo uniti prepararci a incamminare. E adesso cercherò con un tono meno polemico possibile e affermando solo la verità, se non via annoio, chiarire alcuni aspetti e fatti, peraltro per certi versi anche grotteschi, se non fosse per le situazioni e l’ambiente che le ha determinate, assumerebbe le forme di una farsa, sulla vicenda “BONO”.

 L’ex Sindaco Vito Bono nonostante giornalmente fosse attaccato da consiglieri di opposizione, e sporadicamente, qualche volta, anche da qualcuno della maggioranza, prima di dimettersi, (per scaricare la grande responsabilità che ha avuto nella conduzione, indubbiamente molto approssimativa del nostro comune) ha sentito il bisogno di riversare la colpa della sua condotta negativa “principalmente al nostro partito” o e in modo più incisivo, verso il sottoscritto che ne è in questo momento il conduttore a Sciacca. Reo a parere del Dott. Vito Bono di avere reso dichiarazioni che erano non veritiere quali, temporalmente a Ottobre 2011, che la nostra cittadina non meritava di essere trattata in questo modo, reo di essere stato rappresentante di liste civiche confluite in seguito nei partiti, (cosa che peraltro avviene spesso negli scenari a carattere comunale) ma che stranamente è contestata solo al sottoscritto, reo di avere rivendicato unitamente ad altri, posizioni esecutive, reo infine negli ultimi giorni di gennaio 2012, di avere dichiarato in un’intervista televisiva che da lui mi sarei aspettato di tutto e il contrario di tutto.

Partiamo dall’ultima dichiarazione da che cosa scaturisce. Cronologicamente:

Il Sindaco a fine dicembre risponde televisivamente a un’intervista dell’On. G. Marinello “che gli aveva consigliato di dimettersi” e dichiara alla provocazione del deputato, che lui da Sindaco di Sciacca mai si sarebbe dimesso perché, mentre l’on. G.Marinello era stato nominato dal partito delle libertà, senza che facesse campagna elettorale, lui era stato indicato dai cittadini che gli stessi lo avevano eletto plebiscitariamente a primo turno, e che aveva il diritto- dovere di amministrare la sua città. Parole franche e corrette, ” che avevano nonostante io avessi sempre nutrito alcune riserve nei suoi confronti anche il mio appoggio nonché il mio plauso” se successivamente alle prime idi di Gennaio il Dott. Bono, inizia ad avere ripensamenti, adducendo la scusa della contestazione fatta dal Consigliere Turco d’incompatibilità tra la carica di sindaco e medico dell’ASP, riproposto in una nota dall’Ass.to Reg.le agli enti Locali (Chiarimento richiesto non se ne comprende il motivo della stessa richiesta), che sfociavano in dichiarazioni “urbi et orbi” che se lui dovesse scegliere tra fare il medico mutualista e fare il sindaco avrebbe scelto di fare il medico ” molto probabilmente a mio parere a causa del nobile giuramento di Ippocrate che aveva fatto”.

Successivamente in data 24/01/2012 l’ex sindaco ha sentito il bisogno di una convocazione di tutti i segretari di partito (cui io non ho partecipato) e di tutti i consiglieri di maggioranza per ripetere le stesse parole dette privatamente ma che tutti già conoscevano che lui si sarebbe dimesso da sindaco alle prime idi di febbraio perché da un punto di vista esclusivamente contributivo pensionistico ne avrebbe avuto nocumento, se avesse continuato e scelto la carica di Sindaco. Ma chi gli ha ordinato mai di fare il sindaco?

Per quanto riguarda invece la rivendicazione di poltrone, ricordo all’ex sindaco Bono che appena eletto e alla prima riunione di tutti i partiti aveva rivendicato per sé l’indicazione di altri tre assessorati, (pena le sue dimissioni immediate se la maggioranza non avesse dato ampia disponibilità) perché riteneva a suo parere opportuno circondarsi principalmente di figure fiduciali e quindi per proteggersi (sempre a suo dire) da eventuali tranelli di carattere giuridico-amministrativo, disattendendo tutti gli accordi tra i partiti che avevano partecipato e contribuito alla sua vittoria e tutelando chissà perché solo un partito (ma questa è acqua passata), (tutto ciò era stato nascosto nella campagna elettorale) da qui si comprende opportunamente la vera figura del Dott. Bono. Il modus operandi del sindaco era molto soggettivo e suggestivo, infatti, per lui gli assessorati sono opportunità per gli altri diventano guarda caso sete di poltrone.

Per quanto riguarda invece la frase detta dal sottoscritto che la città non merita di essere trattata in questo modo scaturisce intanto da una relazione i cui contenuti erano molto più complessi e molto più serio, la discussione molto più ampia e articolata dove peraltro, si chiedevano al sindaco un rilancio dell’azione amministrativa e un cambio di passo. Un maggior rigore nei conti di bilancio per il risanamento economico e finanziario del Comune così come segnatamente scritto di mio pugno al primo punto delle cose prioritarie da fare nel documento politico del 19/10/2010. Poi sappiamo com’è andata a finire. Ma lui ha preferito portare la discussione in un campo diverso non tanto appropriato.

Ci sarebbe molto altro da dire se l’ex sindaco avesse il coraggio di confrontarsi in un contraddittorio televisivo con il sottoscritto, io sono pronto a farlo, anche a mie spese, se questo non avverrà per sua mancanza, abbia il buon gusto di non rilasciare altre dichiarazioni, esclusivamente parziali che hanno il solo obiettivo di avvelenare il clima già peraltro molto caldo. Le dichiarazioni oggi da me fatte sono riscontrate e riscontrabili, in atti ufficiali del comune e in atti politici televisivi e in atti che sono anche in mio possesso. II suo ritiro per finire è da attribuire (come anche prima ho accennato) a mio awiso (pur giustificandolo dal punto di vista umano), a una mancanza totale di esperienza politica amministrativa, e alla luce di tutta una serie futura di atti di grande responsabilità cui doveva far fronte, in totale dissonanza per alcuni alle promesse fatte in campagna elettorale e mai mantenute.

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