IL CONSIGLIO PROVINCIALE FESTEGGIA L’UNITA’ D’ITALIA

La prima seduta si tenne il 25 aprile del 1861

Si è tenuto questo pomeriggio il Consiglio Provinciale straordinario convocato dal Presidente del Consiglio dr. Raimondo Buscemi per celebrare, in occasione della ricorrenza del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, la prima seduta del Consiglio Provinciale che si tenne il 25 aprile 1861. Presenti, oltre ai consiglieri provinciali e agli Assessori della Giunta Provinciale (il Presidente D’Orsi era assente per motivi familairi) esponenti politici ed ex Presidenti che hanno fatto la storia dell’Ente Provincia, come l’on. Michele Mongiovì, l’avv. Michelangelo Taibi, il prof. Enzo Lauretta, il prof. Calogero Ninotta, e ancora ex presidenti del Consiglio provinciale, come il dr. Pietro Luparello e l’avv. Francesco Giambalvo. Numerose le autorità presenti in sala Giglia: il Prefetto Francesca Ferrandino, il Questore Girolamo Di Fazio, il Comandante della Guardia di Finanza Ten. Col. Vincenzo Raffo, il Maggiore Salvatore Leotta in rappresentanza del Comando provinciale dei Carabinieri, il Dirigente della Polizia Stradale Calogero La Porta. Il Presidente Raimondo Buscemi, ha fatto un breve riassunto della storia del Consiglio Provinciale sin dalla sua istituzione, leggendo anche il verbale della prima seduta, che si tenne il 25 aprile del 1861 e vide l’elezione del primo Presidente del Consiglio post unità d’Italia, ovvero il Marchese Giuseppe Cafisi di Favara, che ottenne al primo scrutinio 11 voti su 20 Consiglieri. Vice Presidente fu eletto Ignazio Genuardi con 10 voti, mentre le funzioni di segretario furono assunte da Michele Biondi a cui andarono 14 voti. La prima seduta del Consiglio fu presieduta da Nicola Dara, Presidente provvisorio quale Consigliere anziano e dal Segretario provvisorio Giosuè Farruggia, il più giovane consigliere in aula. Hanno preso la parola, nel corso della seduta, anche l’Assessore Lillo Volpe, l’avv. Michelangelo Taibi, l’avv. Francesco Giambalvo, il dr. Pietro Luparello e il prof. Calogero Ninotta.

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