Il Prefetto ha assunto la decisione in seguito ad un’indagine suppletiva effettuata dalla Dia di Agrigento. Attività che ha integrato le precedenti informative che non avevano prodotto il diniego della certificazione antimafia. Trentasei pagine  che ribaltano i precedenti esiti amministrativo-giudiziari e hanno indotto il Prefetto a negare la certificazione antimafia.

Periodo assai complicato per la Girgenti Acque poiché oltre alla certificazione antimafia interdittiva ha di fronte una delicata e difficile inchiesta giudiziaria condotta dai pubblici ministeri Salvatore Vella, Alessandra Russo e Paola Vetro.

Indagine nella quale sono coinvolti oltre settanta indagati tra cui l’ex prefetto di Agrigento, Nicola Diomede, finito sotto indagine proprio per aver concesso la certificazione nel 2015 e, tra gli altri, Angelo Alfano, padre dell’ex ministro agli Esteri, nonchè l’ex presidente della Regione Raffaele Lombardo e ancora politici, avvocati e giornalisti. In questa indagine, i reati ipotizzati sono tra gli altri, associazione per delinquere, truffa, corruzione, riciclaggio e inquinamento ambientale.

Il Tar aveva già respinto la richiesta di sospensiva un paio di mesi fa. Poi il ricorso al Cga.

Nel frattempo, il Prefetto Dario Caputo ha emesso un altro provvedimento. Un’interdittiva antimafia in capo alla società Hydortecne Srl il cui socio unico è la Girgenti Acque. “Sussistono elementi relativi a tentativi di infiltrazione mafiosa”. Termina così il provvedimento emesso dal prefetto di Agrigento Dario Caputo, in data 8 aprile.

Nell’interdittiva, è scritto che “formalmente e sul piano sostanziale, Hidortecne faccia capo alla medesima compagine proprietaria a carico della quale (Girgenti Acque ndr), nel novembre 2018, sono stati accertati i presupposti interdittivi”.

La Hydortecne Srl è stata commissariata dal Prefetto.

Filippo Cardinale