CGIL E FEDERCONSUMATORI: “ATI INCAPACE A CONTROLLARE LA GESTIONE IDRICA”

Una semplice revoca contrattuale attuabile da ogni sindaco per togliere la gestione idrica al gestore privato.

Lo affermano oggi la Cgil provinciale e la Federconsumatori nell’ennesimo intervento riguardante la gestione idrica in provincia, oggetto anche di diverse indagini della magistratura. Queste ed altri problemi, dai distacchi per morosità, ai distacchi fognari, alle continue perdite idriche in svariati quartieri della città, allungamento dei turni di distribuzione, inquinamento dell’acqua ad uso potabile, secondo Cgil e Federconsumatori dovrebbero allarmare i sindaci.

Per le due organizzazioni su tutta la vicenda si registra inoltre l’incapacità dell’ATI ad esercitare il controllo sulla gestione del servizio idrico integrato. “Ancora oggi – dicono – si attende infatti che un “luminare palermitano”, si pronunci in merito ad una eventuale ipotesi di rescissione contrattuale, divenuta ormai, soltanto un tormentone valido per tutti, e per tutte le stagioni”.

Massimo Raso e Ilenia Capodici sottolineano come un aiuto insperato arriva dall’Autorità di Garanzia (l’ex Aeegsi, oggi Arera) che è intervenuta pesantemente ponendo dei paletti per una corretta gestione del servizio idrico integrato. Dal combinato disposto di due articolazioni di due sue delibere ( l’art 9.6 della delibera 918/2017 e l’art. 24 della delibera 917/2017) si dispone, infatti, che adesso si individuano dei pre-requisiti rispetto alla regolazione della qualità tecnica e sotto il quale il gestore viene considerato totalmente inefficiente. “Questi pre-requisiti – affermano Chil e Federconsumatori – attengono la qualità dell’acqua, la continuità del servizio, un adeguato sistema di misurazione, l’assenza di condanne dalla Corte Europea in materia di depurazione. Sulla base di tali pre-requisiti vi sono due fattori il primo è una tariffazione d’ufficio con una riduzione del 10% nel senso che l’ente governo dell’ambito giudica il soggetto gestore incapace a gestire, e quindi d’ufficio si applica la tariffa ridotta del 10% (parliamo di circa mezzo milione di euro in meno di ricavi). L’altra prevede invece la non applicazione della decurtazione tariffaria del 10%, ma con un impegno sottoscritto e vincolante del soggetto gestore ad eliminare le criticità previste dai pre-requisiti entro un termine massimo triennale. Diversamente allo scadere dei tre anni ti ritroverai con una decurtazione della tariffa del 30%”.

E sostengono infine che occorre dunque prepararsi a ragionare di come affrontare il “dopo Girgenti acque”, cominciare a comprendere in che modo e con che costi sia possibile un ritorno alla sua gestione pubblica ed in modo economicamente vantaggioso e trasparente. La Cgil, insieme alla Federconsumatori avvieranno una riflessione pubblica sulla gestione della risorsa idrica alla luce di queste importanti direttive.

Giuseppe Recca