AZIENDA FALLITA DOPO CONFISCA PER MAFIA, PROTESTANO I LAVORATORI

Domani il personale della Calcestruzzi Belice a Sciacca chiederà l’aiuto di Susanna Camusso

I lavoratori della Calcestruzzi Belice s.r.l. rimasti senza lavoro dopo che il tribunale di Sciacca ha dichiarato il fallimento della Calcestruzzi Belicer srl, azienda di Montevago conifiscata ai proprietari ritenuti vicini al boss Matteo Messina Denaro, chiederanno aiuto al segretario generale della Cgil Susanna Camusso che domani sarà a Sciacca in occasione della celebrazione dell’anniversario dell’uccisione di Accursio Miraglia.

Per i lavoratori e per la Cgil la lotta alla mafia si fa incrementando i posti lavoro e non togliendo il lavoro.

La Calcestruzzi Belice è stata confiscata ai proprietari nel febbraio del 2016. Sottoposta ad amministrazione controllata, ha proseguito l’attività nonostante alcuni licenziamenti, garantendo il lavoro ad una decina di persone. Lo scorso ottobre una sentenza di fallimento da parte del tribunale di Sciacca su istanza presentata da ENI s.p.a. per un debito di circa 30.000 euro.

Il curatore fallimentare nominato dal Tribunale ha chiesto l’autorizzazione allo sblocco dei conti bancari, accettata dal giudice, e pertanto autorizzando la prosecuzione della normale attività aziendale.  Ma il 29m dicembre scorso l’Agenzia Nazionale Beni Confiscati ha diffidato gli attuali amministratori a proseguire ogni attività aziendale, decretando di fatto il blocco dell’attività aziendale. I lavoratori, sostrenuti dalla Cgil, adesso protestano. 

Da alcuni giorni i lavoratori sono riuniti in assemblea permanente presso l’azienda e chiedono la revoca del provvedimento, sostenendo che pur in un periodo di crisi, l’azienda mantiene un fatturato annuale di oltre un milione di euro. 

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