Rete idrica, “Appalti e mazzette”: la Procura risequestra i soldi degli indagati

Provvedimento urgente di sequestro preventivo firmato dal procuratore capo Giovanni Di Leo ed il sostituto Rita Barbieri
AGRIGENTO- L’inchiesta “Appalti e mazzette” scrive un altro capitolo (Molto probabilmente saranno ancora tanti) sul lavoro degli investigatori guidati dal procuratore capo Giovanni Di Leo e dal sostituto Rita Barbieria. A seguire il dissequestro degli oltre 300 mila euro nella disponibilità di cinque indagati (la famiglia di imprenditori favaresi del gruppo Caramazza, i professionisti Sebastiano Alesci e Vittorio Giarratana) disposto in più riprese dal Tribunale della libertà presieduto da Wilma Angela Mazzara, ecco il provvedimento urgente di sequestro preventivo emesso dalla Procura di Agrigento. I soldi, ritenuti mazzette, ritornano nuovamente nella disponibilità dello Stato. La notizia è della testata giornalistica Grandangolo di Agrigento. L’atto di sequestro è stato notificato agli interessati dagli agenti della Squadra mobile di Agrigento che sta conducendo le indagini. Per Di Leo e Barbieri “Appare certo il rischio di dispersione delle somme di denaro, conservate in buste sigillate nell’attesa della decisione del giudice” e per questo sono stati sequestrati nuovamente 188.800 a Carmela Moscato, 65 anni, madre di Federica e Dino Caramazza ai quali sono stati sequestrati 35 mila euro alla prima e 7900 al secondo. Tornano sotto chiave anche i soldi sequestrati a Vittorio Giarratana (50 mila euro) e Sebastiano Alesci (17,850). Ora il Gip del Tribunale di Agrigento, Giuseppe Zampino, dovrà decidere se confermare il sequestro o meno.