“SINDACO, I PROBLEMI DELL’OSPEDALE PERMANGONO”

DURA LETTERA DEI CONSIGLIERI COMUNALI “LIBERI E DEMOCRATICI” INVIATA AL SINDACO

I consiglieri comunali Simone Di Paola, Maurizio Grisafi, Giuseppe Ambrogio, Vincenzo Patti, Paolo Gulotta, hanno inviato una dura lettera al sindaco sul perdurare dei problemi all’interno della struttura ospedaliera. Lettera che pubblichiamo integralmente:

Egregio Sig. Sindaco, L’odierna inaugurazione della TAC presso il Giovanni Paolo II di Sciacca costituisce un fatto di grande rilievo, che salutiamo con favore in quanto costituisce una conquista per l’intera comunità saccense. Tuttavia tale importante risultato non cancella ne fa venir meno tutta una serie di preoccupazioni che oggi intendiamo consegnare alle sue valutazioni, anche al fine di dare il giusto seguito al documento politico approvato dal Consiglio Comunale nella quasi totalità delle forze politiche presenti, in occasione di un recente confronto.

Innanzitutto è assolutamente preoccupante il permanere delle attuali condizioni di abbandono e di incuria dell’intera struttura. Condizioni di autentico degrado, che sono sotto gli occhi di tutti e che gridano vendetta, se solo si considera che stiamo parlando, non di un piccolo ospedale di presidio, ma di una grande struttura sanitaria, che fino a pochi mesi addietro vantava autonomia gestionale e che oggi viene gestita in modo quanto meno discutibile, giustificando con cadenza quasi quotidiana denuncie e vibrate proteste, da parte di associazioni, istituzioni di vario genere e privati cittadini. Non meno preoccupanti le gravissime deficienze denunciate da personale medico e para medico che, nonostante la grandissima professionalità dimostrata nello svolgere le proprie mansioni, tuttavia non riesce a far fronte alla enorme richiesta di assistenza da parte della comunità, a causa delle ataviche carenze di unità lavorative, determinando in tal modo interminabili code nei reparti di frontiera, quali il pronto soccorso, piuttosto che l’ortopedia o l’oculistica. Mancanze, queste, che denunciano a gran voce la pressoché totale mancanza di governo del nosocomio saccense, da parte dei vertici dell’ASP agrigentina e che andrebbero affrontate seriamente, accertando precise responsabilità gestionali ed individuando soluzioni immediate ed efficaci.

 Per non pagare poi dei criteri di gestione del personale medico, nell’individuazione dei responsabili dei distretti e, cosa ancor più rilevante, nella nomina dei primari delle Unità Complesse; fermo restando che i concorsi per stabilire le idoneità dei partecipanti sono stati correttamente celebrati e ferma restando l’autonomia di scelta che la legge affida al Direttore Generale nella individuazione dei vincitori, fra professionisti dichiarati idonei, tuttavia stupisce e lascia perplessi il fatto che troppo spesso alle professionalità espresse dal nostro territorio vengono inspiegabilmente preferiti loro colleghi provenienti da altre parti della Sicilia, sulla cui preparazione non si discute, ma che evidentemente mai si sono occupati di sanità saccense e che improvvisamente vengono catapultati nel nostro territorio. Tali episodi, che hanno peraltro assunto una sistematicità a dir poco preoccupante, denotano a nostro parere la volontà, da parte delle autorità sanitarie provinciali, nell’assumere tali decisioni, di svilire e demotivare l’enorme patrimonio umano, rappresentato dai nostri dirigenti medici, a cui andrebbe riservata ben altra considerazione.

In conclusione, seppur ribadendo il nostro convinto sostegno alla riforma sanitaria voluta dall’Assessore Russo vada nella giusta direzione, in ragione dell’obiettivo contenimento e rigorosa gestione della spesa sanitaria siciliana, che in passato aveva toccato livelli inaccettabili, ed al di là della legittimità dei passaggi consumati, tuttavia non può essere sottaciuta la nostra netta impressione che dietro le scelte fatte e dietro tutta questa serie di deficienze e gravi mancanze vi possa essere un disegno politico, teso a svilire oltre modo il nosocomio saccense, a tutto beneficio di una linea di condotta palesemente“agrigentocentrica”. Se ciò fosse vero, Ella, in quanto primo responsabile e tutore della sanità nostrana, ha il preciso dovere di vigilare ed ove tali preoccupazioni fossero vere, agire con forza e determinazione con l’unico scopo di difendere e salvaguardare la sanità saccense, che in tempi non sospetti ha registrato punte di eccellenza invidiabili e che non può essere mortificata da scelte aziendali che francamente non ci sentiamo di condividere.

SIMONE DI PAOLA, MAURIZIO GRISAFI, GIUSEPPE AMBROGIO, VINCENZO PATTI, PAOLO GULOTTA

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