SE IL BUON GIORNO SI VEDE DAL MATTINO

L’Mpa dice che su Gioacchino Marsala ancora nulla è “chiuso”. Continuano i colpi di fioretto tra Fli e Mpa ?

di Filippo Cardinale

La dichiarazione di Michele Ferrara, supportata da Carmelo Brunetto, secondo la quale ancora su Gioacchino Marsala la quadra non è chiusa, lascia spazio a valutazioni che vanno al di là della semplice esternazione.

Ferrara e Brunetto prima di rilasciare dichiarazioni pesano bene le parole. Non solo sono ottime bilance, ma anche lanciatori di messaggi chiari, pieni di contenuti.

Nella dichiarazione di Ferrara, condivisa da Brunetto, c’è ancora depositato il clima di frizione tra Fli e Mpa. Sono ancora note a tutti le burrascose riunioni dell’ex maggioranza sostenitrice di Vito Bono. Mentre Vito Bono assumeva la posizione neutrale, senza mai decidere, Fli e Mpa si scambiavano improperi sostanziosi. Il Pd, dal canto suo, era intento a dedicare il tempo nel tentare di ricomporre le lacerazioni all’interno del suo partito.

Il Fli era per l’azzeramento della giunta Bono, passo prioritario per il rilancio della vecchia amministrazione. L’Mpa era, invece, contrario all’azzeramento e nulla voleva cambiare. Vi sono state riunioni nelle quali lo scambio di improperi tra Fli e Mpa è stato davvero pesante.

Oggi, l’Mpa è “risentito” del fatto che sulla candidatura Marsala non è stato ancora coinvolto e interpellato. Insomma, l’Mpa si sente posto ai margini di una trattativa che finora ha coinvolto Pd e Api. Dunque, lo stato di fribrillazione ritorna, semmai fosse terminato. La questione non è di poco conto e fa tornare alla mente ciò che ha caratterizzato la vecchia maggioranza che si è distinta per l’alto tasso di litigiosità. L’Mpa avrebbe un asso nella manica. Un prefessionista dall’ottimo curriculum pronto a scendere in campo per concorrere alla poltrona di sindaco.

Non è da trascurare la determinazione con cui il commissario liquidatore della Sogeir vuole scendere in campo, se non direttamente con la presentazione di una-due liste (ma non è difficile comporre le liste?). Insomma, in quell’area elettorale e politica che ha governato negli ultimi due anni e mezzo la città emergono chiari sintomi che costringono a rinverdire, nella memoria, stati di fibrillazione che la città non sente più la necessità di rivivere.

Continuano, nel contempo, a mancare i programmi elettorali. Fino ad oggi solo elencazioni dei soliti temi che tutti conosciamo: Terme, pesca, agricoltura, Prg, ospedale, parcheggi. Sono enunciazioni che sappiamo a memoria e bene. Adeso è il tempo, dopo aver fatta la diagnosi, di elaborare la terapia.

La gente ha bisogna di capire come realmente questi temi devono essere svolti e risolti. Altrimenti la città rimane in quell’ambito delle parole. Parole delle quali la ciuttà è stanca. Assai.

 

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