I COMUNI POSSONO AGGIUNGERE “TERME” SENZA REFERENDUM, MA CON DELIBERA DI CONSIGLIO COMUNALE

Oggi la Commissione Affari istituzionali dell’Asr ha approvatro il Ddl, primo firmatario l’onorevole Matteo Mangiacavallo

Comuni termali in Sicilia potranno aggiungere la dizione “terme” in maniera più semplice e snella. Oggi ha superato l’esame della I commissione Ars, Affari istituzionali, il disegno di legge n. 843, primo firmatario il capogruppo del M5S Matteo Mangiacavallo. Il ddl consente ai Comuni dove insistono insediamenti o bacini termali l’aggiunta della dizione “terme” alla propria denominazione attraverso la sola deliberazione del consiglio comunale. Quest’ultima dovrà però essere adottata a maggioranza dei due terzi dei consiglieri e dovrà essere sottoposta al silenzio assenso dei cittadini che potranno manifestare l’eventuale contrarietà sottoscrivendo, entro 60 giorni, apposita petizione popolare valida solo nel caso di raggiungimento della soglia di un quinto degli elettori iscritti nelle liste elettorali del comune interessato.

“Aggiungere la dizione “terme” alla denominazione di un Comune- dice Mangiacavallo- è un modo semplice e gratuito per promuovere queste preziose risorse presenti sul territorio”. Il parlamentare Cinquestelle ringrazia tutti i componenti della commissione e il suo presidente per la sensibilità e la celerità con la quale si è potuto discutere e votare la proposta. Analoga soddisfazione viene espressa dai deputati Salvatore Cascio e Giovanni Panepinto-.

“Capisco che a Sciacca e Acireale, dove le terme sono chiuse, questa iniziativa potrebbe suonare come una beffa – conclude Mangiacavallo – ma l’ho voluta portare avanti ugualmente proprio perché non voglio pensare che lo saranno per sempre. Presto riavremo le nostre terme, ne sono convinto, e potremo promuoverle anche attraverso il nome delle città in cui sono presenti”. Adesso il disegno dovrà passare dal vaglio dell’aula, il deputato Mangiacavallo chiederà di fare calendarizzare la discussione quanto prima.

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