Una consiliatura di “separazioni”. Come in tre anni e mezzo il Consiglio comunale ha sconvolto la volontà degli elettori

In soli tre anni e mezzo, il Consiglio comunale di Sciacca cambia fisionomia. Perde la sua forza civica iniziale a favore dell’attarazione dei partiti. Passaggi di consiglieri comunali che hanno lasciato la lista elettorale iniziale per collocarsi in altre posizioni. Il sindaco “civico” viene attratto dalle sirene del Pd, partito che si lacera


SCIACCA- Tra Consiglio comunale iniziale e quello attuale c’è di mezzo il mare in cui il cittadino con molta facilità naufraga. Assiste, egli, al cambio di posizione politica rispetto al voto che ha affidato nell’urna. Ovviamente cambi di posizioni assunti nella piena solitudine dell’eletto che, certamente, non ha convocato i suoi elettori per comunicare la scelta. Vi sono alcuni elementi che emergono nel corso degli interventi dei consiglieri comunali che entrerebbero a pieno merito nel copione di una farsa. Un primo elemento è quando si dice che “gli elettori mi hanno votato per andare all’opposizione“. Un modo elegante per ammettere la sconfitta di non essere nella parte vincente le elezioni. Una bugia del genere non l’avrebbe proferita neanche Pinocchio che al confronto di taluni all’interno dell’aula consiliare sembra davvero un dilettante. Nella scheda elettorale non c’è la casella “maggioranza”, “opposizione”. Si scrive il cognome del candidato e si segna il simbolo della lista. Punto e basta. Altra bugia è quando, sempre nel corso degli interventi, si cita (termine abusato) “il bene della città”. Nel bene della città rientrano le azioni diverse dalle parole pronunciate? O il “bene della città” rientra nella categoria della “protezione della poltrona”? Si sorride anche quando si ascoltano interventi di trombati poi ripescati. “Gli elettori mi hanno votato”……no. Non ti hanno votato, sei stato trombato e poi una botta fortuita del lato B ti ha fatto scalare fino alla surroga del seggio lasciato da altri per vari motivi. Nel Pd il seggio si lascia per assumere la carica di assessori; una norma silenziosa del Pd che ha fregato la valida e dinamica Valeria Gulotta per volontà di Sua Maestà Fabio I.
I cambi della panchina assessoriale sono stati abbondanti. Il giovane sindaco ha dimostrato che l’old style è uno scrigno di cui avvalersi anche se è già domani. Diverse le sostituzioni assessoriali, alcune causate da motivi di lavoro. Altre, invece, per decisione suprema di Sua Maestà Fabio I. Il caso di Salvatore Mannino è stato eclatante ed era l’alba che avrebbe condotto verso uh triste tramonto, quello della defenestrazione degli assessori Valeria Gulotta, Simone Di Paola e Alessandro Curreri. La defenestrazione ultima ha lacerato il Pd per mano di chi nel partito milita solo dallo scorso 31 dicembre, aderendo ad un tesseramento degno dei film gialli e dove la segretezza è pari a quelli della Cia o dell’ex Kgb.
La campagna elettorale si è caratterizzata dalla massiccia presenza di liste civiche. Specchietto per le allodole da cambiare, come è successo, nel corso della consiliatura. L’elettore ha votato il suo candidato “civico” per poi trovarselo “partitico”. L’esempio più eclatante è quello di Sua Maestà Fabio I, papà del movimento civico Mizzica. Una speranza composta da giovani che, con entusiasmo si riunivano per elaborare progetti di cambiameno della città. Lo scorso 31 dicembre, Sua Maestà ha gettato alle ortiche il movimento Mizzica per aderire con i suoi fedeli al Partito Democratico. E’ inutile ricordare il video di Mizzica prima della campagna elettorale e prima dell’accordo di convenienza col Pd, tanto odiato e infamato. La memoria cittadina è corta, molto corta. Oggi, da due consiglieri comunali che aveva Mizzica con le avvenite elezioni del giugno 2022, il movimento civico non esiste più, si è liquefatto. Oggi, il sindaco non ha un consigliere comunale ma ha tre assessori in giunta. Una giunta scontata del 50% dopo le defenestrazioni.
Le liste civiche si sono numericamente ridimensionate ma anche liquefatte. Molti consiglieri comunali eletti nelle liste civiche hanno approdato nei partiti, più rassicuranti, più disponibili a soddisfare aspirazioni personali. All’inizio della consiliatura in aula c’erano 9 liste civiche e 2 soli partiti, Fratelli d’Italia e Partito Democratico. Oggi i partiti sono lievitati: Pd, Verdi, M5S, Forza Italia, Fratelli d’Italia, Mpa. Da 2 a 6, mentre le civiche sono scese a 2 più un gruppo misto che contiene consiglieri comunali di opposti schieramenti. Se la coalizione di Termine piange quella di Messina non ride. Da maggioranza numerica e robusta si è frazionata in rivoli di opposizioni. Tra queste spicca il duo Blò e Brucculeri. Il gruppo misto contiene consiglieri comunali opposti al sindaco, ma anche defelissimi al medesimo come Fabio Leonte. Una caponata con tanti ingredienti diversi tra loro.
Trasformazioni e passaggi. Qui l’ambito è complesso e chi scrive accusa qualche difficoltà a riavvolgere il nastro. Tanti passaggi e magari qualcuno sfugge. Quello più eclatante è di Mizzica. Due consiglieri eletti nella lista hanno effettuato scelte diverse in diatriba col sindaco e capo della coalizione. Gabriele Modica è approdato nel Pd, mentre Daniela Campione torna nel suo alveo naturale dei Verdi. Giuseppe Ambrogio lascia il gruppo Ferdinandea (eletto nella lista insieme a Fabio Leonte). Giuseppe Catanzaro lascia Mizzica e si rende indipendente per aderire, successivamente, alla DC.
Maurizio Blò, eletto nella lista Mangiacavallo Sindaco, lascia per approdare nel gruppo misto come oppositore di Termine. Raimondo Brucculeri (assessore quando Messina fu sindaco della città), eletto nella lista Messina, lascia formare il duo “terribile” con Blò, diventando oppositori estremi sia di Termine che di Messina al quale hanno indirizzato una mozione di sfiducia. Lorenzo Maglienti rimane ancorato all’Mpa, come Ignazio Bivona rimane fermo sulla lista Messina. Luca La Barbera eletto nella lista Messina lascia per approdare alla DC, ma giorni fa ha lasciato il gruppo per far parte in quello misto. Isidoro Maniscalco eletto nella lista Sciacca Terme Rinasce è approdato in Forza Italia, partito nel quale hanno approdato Clelia Catanzaro eletta nella lista Messina e Alessandro Grassadonio eletto nella lista Onda. Nella lista Onda è stata eletta Carmela Santangelo che adesso è nel gruppo misto. Filippo Bellanca e Paolo Mandracchia sono stati eletti nella lista della coalizione Messina. Bellanca ha approdato poi alla DC creando il gruppo consiliare. Mandracchia va al gruppo misto. Si verifica la nascita del gruppo consiliare della DC costituito da Filippo Bellanca, Giuseppe Catanzaro e Giuseppe La Bella. A questi si associano Alberto Sabella, candidatosi nella lista Insieme per Sciacca ma si posiziona al terzo posto e non viene eletto. Eletti in questa lista sono Pasquale Bentivegna successivamente dimessosi e al suo posto subentra Alberto Sabella primo dei non eletti della lista. Alla DC approda anche Nino Venezia, eletto nella lista Insieme per Sciacca. Sia Sabella che Venezia sono nel gruppo DC il quale si divide in due tronconi, uno con Sabella e Venezia. Nel Pd succede che Valeria Gulotta è la prima eletta, mntre Antonino Certa è secondo eletto. Ambedue vengono nominati assessori ma per quella dannata norma silenziosa del Pd, Gulotta e Certa devono dimettersi da consiglieri comunali. A loro subentrano Giuseppe Ruffo e Giuseppe La Bella. Quest’ultimo poi lascia il Pd per approdare alla DC.
In campagna elettorale le liste civiche erano 9 e i partiti 2. Oggi il “civismo” si è liquefatto. Le liste erano lista Mizzica, Mizzica M5S Next, lista Ferdinandea, lista Messina, lista Insieme per Sciacca, lista Onda, lista Sciacca Terme Rinasce, lista Ventidueventicinque, lista Mangiacavallo. Le liste dei partiti erano Pd e Fratelli d’Italia.
Come il lettore ha notato durante la lettura dell’articolo, il Consiglio comunale ha modificato assetto e il civismo appare sempre più come il Cavallo di Troia. Lo stesso sindaco parte da “civico” e poi si innamora perdutamente del Pd. Ora è in cerca di assessori e intende aprire al mondo del “civico”. A Scviacca esiste anche quello dell’incivico?