Elezioni, da sardina a capro espiatorio. Le mosse del PD alla ricerca dell’effetto d’annuncio
SCIACCA. Il PD saccense cerca il capro espiatorio dei cinque anni di governo della città. Orfano di alleanze, alla ricerca di piccole percentuali che possano riuscire, almeno, ad evitare di presentare una monolista, il PD saccense punta sull’effetto d’annuncio. Più che “effetto” sembra la replica dell’invio di giovanissime reclute sul campo ucraino ingannate da una “nobile” missione dietro la quale, però, si cela tutta la tragica realtà.
Il PD locale tenta la mossa dell’effetto, del nome altisonante. La premessa è d’obbligo ed è espressa con il cuore. L’ipotesi della candidatura del giovane avvocato Salvatore Mannino circola con insistenza. Il giovane avvocato è una persona splendida, grande di cuore, gentile, nobile d’animo. Ha un percorso fuori dal campo della politica pur essendo componente di una famiglia di politici: lo zio Lillo e il padre Pasquale. Possiede carisma insieme ad una buona base di fede cristiana. Dedica il suo tempo anche nello scoutismo.
Mai sceso sul terreno della politica, tranne l’attrazione per il movimento delle Sardine che lo ha visto impegnato a Sciacca. Tuttavia, senza successo.
Il PD saccense, con il lasciapassare del deputato regionale Michele Catanzaro, ha deciso di “spendere” il cognome altisonante. Mi scuserà il giovane avvocato, ma bisogna essere più realisti del re. Il PD punta sull’effetto d’annuncio tentando di applicare la filosofia machiavellica. Ma senza fare, però, i conti con la realtà. Quella di una responsabilità che lo stesso PD si porta sulle spalle in quanto protagonista assoluto dei cinque anni dell’attuale amministrazione. Cinque anni che, beffa del destino, hanno fatto proprio lo slogan iniziale della coalizione capeggiata dal PD nel 2017: #maipiùcinqueannicosì. L’attuale sindaco è consapevole e, infatti, per “motivi personali” ha trovato la via per non misurarsi con gli elettori.
Il PD, consapevole delle responsabilità caricate sulle proprie spalle, non punta sul nome del segretario provinciale, difensore senza tregua dell’attuale sindaco, né sul giovane segretario cittadino, né su uno dei componenti della giunta. Trova l’idea del cognome di “grido” quale calamita verso gli elettori saccensi. Una calamita scarica di effetto magnetico la cui consapevolezza è nella mente del deputato regionale del PD ma che nel giovane Salvatore Mannino trova un capro espiatorio da sottoporre al giudizio degli elettori e sul quale caricare cinque anni di non governo e una città ridotta in condizioni disastrose.
Molto probabilmente, pecco di presunzione, ma non riesco a trovare nessuna logica politica nell’ipotesi della candidatura del giovane avvocato. Nè trovo logica, e sono certo che non ci può essere, nel pensiero di chi in famiglia vanta una esperienza politica di elevatissimo valore e storia.
Non riesce ad uscire dalla mia mente la visione delle giovani reclute russe inviate in Ucrania alle quali è stato detto di essere protagonisti di una nobile missione. Nella realtà sono state vittime dell’ingordigia di una visione folle di riesumazione storica di un tempo imperiale che fu. Il giovane avvocato merita ben altro, soprattutto in un contesto politico temporale diverso, carico di vissuto, e non in quello attuale foriero di cinque anni negativi per la città.
Filippo Cardinale