Ciò che pensavamo, sostenevamo, ha avuto conseguenza concreta. Quei margini sono crollati non appena il fiume Verdura ha fatto sul serio. Ha spazzato via i lavori fatti, gli argini per deviare l’albero del fiume per poter asciugare la parte colpita dal crollo del fiume. Al fiume quegli argini sono sembrati davvero modesti, insufficienti a contenere la forza del Verdura. Un fiume che d’estate e’ a secco, ma d’inverno incute sempre paura. Tutti gli agricoltori lo sanno. Forse a non saperlo bene sono il Genio Civile, l’Anas, la Prefettura. Quest’ultima insiste a sposare una scelta dell’Anas che tutti reputano la più lunga, la più costosa.

Sono trascorsi 32 giorni dal crollo del ponticello che ha creato un varco di 25 metri. Una piccola distanza che ha messo in ginocchio un vasto territorio. È la fotografia di ciò che non doveva essere consentito ma che superficialmente e’ stato avallato. Fa senso la dichiarazione degli onorevoli Panepinto e Mascott. Avevano appena terminato di esternare le loro “soddisfazioni” per l’operato dell’Anas, quando gli argini si sono rotti. Si vergognino e non si facciano più sentire, per favore. Anche l’onorevole Ruvolo ha espresso ottimismo dichiarando con manifesti affissi che i lavori sarebbero terminati in 30 giorni. Quel crollo del ponticello e’ l’emblema del crollo di una classe politica assai insufficiente.

Noi siamo e rimaniamo convinti che l’emergenza doveva essere gestita non da chi è oggetto di indagini e da chi ha responsabilità per ciò che è successo. È siamo ancora nella fase pre iniziale. Naturalmente a dispetto di migliaia e migliaia di cittadini. Abbiamo sin dall’inizio sostenuto che l’Anas non era in grado di gestire l’emergenza. I fatti ci hanno dato ragione. 

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