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SCIACCA PUO’ RITROVARE IL SUO CENTRO DI GRAVITA’

C’è una folata di straordinaria novità che bisogna cogliere al volo per riprendere quel ruolo di centralità che spetta alla nostra Città

Editoriale di Filippo Cardinale

Vi sono circostanze nelle quali le difficoltà, le crisi, rappresentano opportunità per un risveglio sociale, economico, culturale. Il saggio non si lascia avvolgere dai momenti poco favorevoli, anzi li analizza per trarre quelle opportunità di rilancio, di risveglio. Paradossalmente le difficoltà si trasformano in opportunità.

La nostra Sciacca, da tempo, è entrata nel tunnel dello scoramento, dello sconforto. E’ stata aggredita da una crisi di identità che è stata protagonista di un cammino a ritroso. La perdita di un peso politico di caratura nazionale acquisito con il potente Calogero Mannino, il declassamento di alcuni uffici, dell’azienda ospedaliera, la lunga agonia delle terme finite dentro le maglie di un interminabile processo di privatizzazione, la quasi soppressione del Tribunale, la mancanza di una classe politica e dirigente locale che non ha saputo disegnare una programmazione della Città con un orizzonte che potesse guardare almeno ad un paio di decenni, hanno di fatto perimetrato uno strato culturale entro un perimetro ristretto e denso di pessimismo.

E’ via via sorta una mentalità secondo la quale ognuno critica l’altro senza, però, proporre soluzioni al problema, ai problema. La Città è stata infettata da una voglia di tutti contro tutti e tutto. Una sorta di sport praticato con costanza e dagli effetti devastanti. Sciacca ha man mano perduto il suo centro di gravità, il suo ruolo di un comprensorio vasto. Col risultato che in questi anni anziché compiere passi in avanti, Sciacca ha subito il dinamismo di altre realtà limitrofe che hanno, invece, operato con animo e spirito costruttivo. Oggi c’è all’orizzonte la possibilità di un cambio di passo. Se la nuova Amministrazione, seppure nel suo limitato arco dei 100 giorni dal suo insediamento, ha portato una ventata di attivismo, di dinamismo, che lascia ben sperare. Per prendere in prestito un esempio calcistico, è risaputo che una squadra per fare risultati in campo necessita di un “clima sereno nello spogliatoio”. Questo per dire che la forza d’animo, la passione, l’intesa, l’umore, la sinergia, sono ingredienti fondamentali per mostrare in campo quella determinazione indispensabile per raggiungere obiettivi.

Ma c’è una folata di straordinaria novità che bisogna cogliere al volo per riprendere quel ruolo di centralità che spetta alla nostra Città. Sciacca, non per propria volontà (purtroppo) sta riacquisendo quel ruolo di centro di gravità perduto nel tempo.

La non soppressione del Tribunale di Sciacca ha di fatto partorito un suo potenziamento con 4 paesi belicini, Partanna, Salaparuta, Santa Ninfa e Poggioreale. Inoltre, i sindaci di Roccamena, Gibellina e Salaparuta hanno chiesto al Ministero di Giustizia di poter far parte del distretto giudiziario di Sciacca. E ancora. Con la costituzione delle Srr, le società che gestiranno la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, in sostituzione degli Ato, Sciacca sarà il capofila della nuova realtà chiamata Srr “Provincia di Agrigento Ovest”. In questa direzione ci sono già delibere di adesione da parte dei Comuni di Raffadali, Montallegro, Santa Elisabetta, S. Angelo Muxaro, Montallegro, Realmonte e Siculiana), anche loro hanno deciso in questa direzione, lasceremo l’Ato Ge. Sa. Ag 2 per transitare nell’Ambito fa capo al Comune di Sciacca: la Sogeir per intenderci, che in prospettiva, sulla scorta della riforma, si connoterà come Srr “Provincia di Agrigento Ovest”. Dunque, Sciacca vive un “Rinascimento” del terzio millennio. E’ una occasione che non può essere assolutamente sottovalutata. La classe politica avrebbe una responsabilità gravissima, e di questo dovrebbe risponderne ai cittadini.

Dunque, c’è un orizzonte colmo di opportunità e capace di ricollocare Sciacca nella sua naturale e giusta dimensione. Ma è di fronte questo nuovo scenario che la classe politica, la nuova amministrazione (e quelle che verranno in seguito) deve assumere il ruolo di guida, di traino. In questo nuovo scenario appare ben evidente che le questioni pregnanti di questa città devono essere affrontate subito e con determinazione, ponendole bene in evidenza, e come priorità, nell’agenda politica.

La questione delle Terme non può essere più costretta nel limbo e nel ristretto ed esclusivo ambito della Regione, e del ristretto ambito politico che assume scelte emarginando la nostra Città. Piano Regolatore Generale, gli altri strumenti urbanistici correlati, mercato ittico, agricoltura, pesca, parcheggi, decoro della Città, potenziamento del porto orientandolo prioritariamente alla tipologia diportistica, efficienza della macchina comunale, organizzazione delle spiagge, riqualificazione delle zone balneari, devono rappresentare la stella polare che la classe politica deve seguire come priorità. Sono temi ed emergenze che se superate creano occupazione, ma soprattutto speranza per un futuro diverso per le nuove generazioni.

Ecco perché il dibattito cittadino non può essere distratto e monopolizzato dalla questione relativa alla duplicazione di una festa. La Città ha bisogno di essere “programmata” per i prossimi venti anni nei suoi aspetti di crescita e di sviluppo. A questo deve ambire la classe dirigente e politica locale.

Su questi argomenti la comunità deve fungere da pungolo nei confronti della politica. E’ il tempo che anch’essa dimostri maturità per non perdersi perennemente solo in occasioni di scialo.

Redazione Corriere

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