In una lettera aperta rivolta all’Arcivescovo Francesco Montenegro, Angelo Renda Coordinatore di Sinistra Ecologia Libertà,  definisce tale trasferimento un preoccupante sbaglio, un “grave errore non solo di miope valutazione ecclesiastica e sociale, ma soprattutto di mancata conoscenza dell’impegno progettuale e attuale che sta vivendo Don Antonio Nuara. Il “majus templum” della Curia agrigentina veramente allora non vive, nella conoscenza piena, l’impegno quotidiano nel territorio di Ribera di uno dei suoi figli migliori. Un fatto è certo se il Capo della diocesi agrigentina (Circoscrizione soggetta alla giurisdizione spirituale ed al governo ecclesiastico di un vescovo) non avrà un “ripensamento”, la parrocchia di San Francesco resterà orfana, certamente, di un notevole e stimolante punto di riferimento di lotte e di iniziative non solo dentro la parrocchia, ma fra il suo bisognoso “gregge”e fra i suoi stessi fedeli. Lo spostamento da una parrocchia, da una comunità all’altra, continua la nota di Angelo Renda, «fa parte della regola dell’avvicendamento che ogni comunità religiosa si pone per svariati motivi”.

Renda continua senza peli sulla lingua: “Ma quali siano, di preciso, questi motivi non è dato saperlo. Don Antonio Nuara, prete spesso “irrequieto” e aspramente critico verso taluni Enti Pubblici (IACP, Comune, Provincia) e contro chi copre ruoli politici e amministrativi di primo piano, non potrà più dare solidarietà diretta al dramma delle palazzine IACP di Largo Martiri di via Fani. Una volta questi luoghi venivano chiamati miserevolmente “Bronx”, oggi un enorme cartello, da lui affisso, ricorda a tutti di trovarsi nel quartiere di San Francesco. Certamente è stato un sano prete «scomodo», un instancabile e infaticabile «agitatore» per la risoluzione di gravi problemi sociali. L’ispiratore indomabile, dunque, del C.A.P. “Comitato di Agitazione Permanente” per salvare dal degrado le palazzine IACP di Largo martiri di via Fani. Un salutare fustigatore dei politici di destra, di centro e di sinistra! Il suo operato finisce qui, secondo quanto stabilito dalla Suprema Gerarchia ecclesiastica provinciale? Angelo Renda invita l’Arcivescovo Francesco Montenegro “ad un estremo ed accorato ripensamento del trasferimento di Don Antonio. Se è scritto va e porta il vangelo; il sacerdote è un missionario e deve portare la parola di Cristo nel mondo; è giusto che gli uomini di Chiesa portino il loro sapere e il loro “saper fare” nelle varie comunità, ma certamente – conclude Angelo Renda – non è questo il momento!. Perché questa è la fase storica di talune risposte istituzionali attese da anni. Grazie a Don Antonio Nuara, il popolo che abita le case popolari aveva incominciato ad essere speranzoso in una possibile e fattiva giustizia terrena. Oggi non più, perché come un gregge smarrito sta perdendo la sicura guida del suo “amato e affidabile Pastore”

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