MESSINA: “NON CREDEVO CHE LA CITTA’ POTESSE SPROFONDARE COSI’. SIAMO ORMAI A RIMORCHIO DI ALTRI COMUNI”

Il ruggito del leone, il ritorno di chi, seppure giovane e fuori dalla politica, nelle elezioni comunali del dopo tangentopoli mise all’angolo i partiti della prima repubblica, referenti politici di primo piano del tessuto urbano saccense (qualcuno ancora continua, in verità, innestandosi con un nuovo che tale non è). Ignazio Messina ritorna nella Sciacca che ha amministrato pur in una situazione di minoranza numerica in Consiglio comunale. Spinto da Palermo dalla “primavera palermitana”, che partorì la Rete di Leoluca Orlando, scardinò un sistema politico che segnava ormai il passo. In verità, dopo anni e anni, Sciacca non ha compiuto passi in avanti. Anzi, è rimasta al palo, anzi ha introdotto la retromarcia.

Ignazio Messina, ex sindaco di Sciacca, ex parlamentare, attuale segretario di Italia dei Valori, è ritornato a Sciacca per “accendere i riflettori sulla città”. Una città che “era il fiore all’occhiello. Eravamo il perno trainante di un grande comprensorio, oggi siamo ormai a rimorchio di tutti gli altri Comuni”. Messina parla a ruota libera, mostrando sempre la sua immutata carica, ma anche la sua caratteristica che lo contraddistingue: la loquacità. “C’è un limite a tutto- continua- Io pensavo che chi amministra la città facesse bene, al limite facesse mediocremente, ma non che si arrivasse a questo punto”. Prende lo scenario delle terme chiuse per spiegare “che sono il simbolo di una città che è nel degrado più assoluto, una città che si sta spegnendo”.

Ignazio Messina, in questi giorni, è molto attivo. Non sfugge che in primavera si vota per le elezioni europee. Ma, intanto, incontra gli operatori commerciali, della ristorazione, della ricettività, perché “è fondamentale  mobilitare la città, far rendere conto ai cittadini di quello che sta accadendo. Dobbiamo caricarci sulle spalle la città e metterla in moto”.

Filippo Cardinale