IL “PATTO PER L’ENERGIA E IL CLIMA” INFIAMMA IL… CLIMA IN CASA M5S

La sua presenza in aula alla seduta di ieri sera del consiglio comunale di Sciacca, alla quale tutto il resto dell’opposizione non ha preso parte per protesta contro l’amministrazione che anche in questo caso ha trasmesso la delibera in ritardo, ha gettato ulteriore benzina sul fuoco di una situazione che lo vede ormai da mesi in aperto contrasto con il M5S, suo gruppo di appartenenza.

Il consigliere comunale Alessandro Curreri sta continuando imperterrito il suo cammino, che pare sia distante dalla linea politica del Movimento e distante anche dagli altri partiti di opposizione.

Il consiglio, presenti undici consiglieri della maggioranza (Paolo Mandracchia assente) più Curreri, ha approvato l’atto deliberativo, proposto dalla giunta municipale, di adesione del Comune di Sciacca al “Patto dei Sindaci per l’Energia e il Clima”, ai fini della redazione e successiva approvazione del Piano per l’Energia Sostenibile ed il Clima (PAESC). L’approvazione era indispensabile per ottenere finanziamenti europei per l’efficientamento energetico. C’era una situazione di estrema urgenza per l’approvazione della delibera, ma il ritardo con cui si è arrivati all’esame dell’aula (ieri sera altri Comuni siciliani l’hanno approvata) ha irritato l’opposizione, che non si è presentata. Per Curreri era un atto dovuto e ogni azione sarebbe stata strumentale. Ed ha così riaperto il caso di un comportamento da separato in casa all’interno del Movimento.

Alcuni attivisti chiedono che adesso i portavoce regionale e nazionale, Matteo Mangiacavallo e Rino Marinello, assumano una posizione netta di fronte a tale atteggiamento, definito “irriguardoso”. Ma Curreri non ci sta, convintissimo delle sue scelte. Quanto è accaduto ieri sera fa seguito alla decisione del consigliere di non cedere, così come previsto ad inizio consiliatura, la “fascia” di capogruppo in consiglio del Movimento Cinque Stelle. Come da accordi, in questo ruolo Curreri e Teresa Bilello si devono alternare ogni sei mesi. Ma l’interessato al momento si rifiuta: “Lo faccio nell’interesse dello stesso Movimento e dei cittadini – ci dice – voglio essere capogruppo fino a quando non arriverà in consiglio l’esame della vicenda riguardante il Viadotto Cansalamone”.

Ricordiamo le polemiche dopo l’incontro del 9 gennaio scorso a Palermo con il commissario Croce, la querelle fra il sindaco Francesca Valenti e l’ingegnere Matteo Accardi. “Vorrei evitare strumentalizzazioni – dice Curreri – sul palese conflitto d’interesse del ponte Cansalamone in ordine al ruolo dell’ingegnere Accardi e del consigliere Bilello, che sono marito e moglie. Lo faccio nell’interesse ed a salvaguardia del Movimento. Rischiamo che la vicenda venga strumentalizzata e che il M5S perda consensi di fronte alla cittadinanza tutta”.

Lo stesso Curreri afferma che da tempo chiede un’assemblea aperta del Movimento Cinque Stelle di Sciacca, con la partecipazione di tutti gli attivisti, per decifrare meglio la linea politica da adottare ed aprire una fase nuova di condivisione e trasparenza: “Ma anche per capire qual’è esattamente il ruolo di consigliere – aggiunge – visto che viene messo in discussione il mio operato, quello di soggetto politico che ha avuto dai cittadini il mandato di servire la città. Io credo che si debba fare opposizione costruttiva, non distruttiva. Non ho nessuna intenzione di lasciare il Movimento, non voglio essere cacciato e non mi sento affatto stampella dell’amministrazione. Faccio solo gli interessi della città, sono stato eletto per questo e se un atto presentato dalla giunta va verso questa direzione, io lo voto senza assumere atteggiamenti strumentali. Piuttosto, spieghi il Movimento Cinque Stelle di Sciacca perchè al sottoscritto vengono negate le credenziali per inserire sul blog le mie iniziative e spieghi alla città perchè la mia collega Bilello fa accordi con il centrodestra su come gestire la presenza in consiglio comunale. La politica è servizio, bene comune, atteggiamento propositivo, critica e onestà intellettuale. Non demagogia, posizioni strumentali solo per mettere l’avversario in cattiva luce per esaltare se stesso alla faccia dei cittadini e dei loro bisogni”.

Giuseppe Recca