GIBELLINA, MAFIA: SEQUESTRATI BENI PER IO MLN DI EURO

Di Silvio D’Auria

Gli agenti della Divisione Anticrimine della Questura di Trapani e i finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Trapani hanno eseguito stamane il provvedimento di sequestro, emesso dalla Sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Trapani nei confronti di Vito Tarantolo, imprenditore edile di Gibellina, residente ad Erice. Il valore complessivo dei beni sequestrati ammonta ad oltre 10 milioni di euro ed è riconducibile alle società “Elimi Costruzioni” srl e “Tarantolo Vito & C”. srl. entrambe con sede a Trapani.

Nei confronti delle due società, già nel settembre 2012, il Tribunale di Trapani aveva disposto la sospensione dell’amministrazione e il sequestro di quote del capitale sociale, in parziale accoglimento della proposta formulata dal Questore al termine di indagini svolte dal gruppo di lavoro costituito da personale della Divisione Polizia anticrimine e militari del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Trapani.

Il secondo provvedimento di sequestro, disposto lo scorso 11 settembre ed eseguito oggiAggiungi un appuntamento per oggi, è stato adottato in seguito agli elementi rilevati nel corso dell’amministrazione giudiziaria delle due aziende e delle ulteriori indagini svolte dal gruppo di lavoro che hanno consentito di sostenere le valutazioni già evidenziate nel 2012 riguardo al ruolo di amministratore effettivo, di “socio tiranno”, rivestito da Tarantolo all’interno delle due società sequestrate.

Quella odierna, quindi, è la naturale prosecuzione dell’operazione eseguita il 27 settembre dello scorso anno nell’ambito della quale vennero sottoposti a sequestro anticipato ai fini della confisca 82 beni immobili, 33 beni mobili – tra autovetture, furgoni e mezzi meccanici – registrati, 3 società e 18 quote societarie, 37 tra conti correnti e rapporti bancari di altra natura, e sottoposte, appunto, ad amministrazione giudiziaria le due società oggiAggiungi un appuntamento per oggi colpite dal più incisivo provvedimento del sequestro ai fini della confisca. Il sequestro del 2012 aveva riguardato gli interi complessi aziendali – beni mobili, immobili, mobili registrati, conti correnti – e tutte le quote sociali delle società Co.Ge.Ta srl, Società Consortile Cogeco Soc. Coop. a r.l e della ditta individuale “Tarantolo Vito” e le quote sociali riconducibili ad altre nove aziende, la Tarantolo Vito & C, Srl, Elimi Costruzioni srl, I.P.A.C. di Gentile G. & C. sas, Marconi srl, Monte San Giuliano srl, Porto San Francesco srl, San Francesco srl, Gav Costruzioni srl e Imedil srl.

Ai provvedimenti di sequestro preventivo si è giunti a conclusione di indagini patrimoniali e criminologiche condotte fin dal 1996, anche nell’ambito di vari procedimenti penali già pendenti alla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo dalle quali era emerso che, dalla società occulta con soggetti di primo piano organici alla mafia, all’aggiudicazione pilotata di appalti fino alla decisiva “copertura” di Cosa nostra per condivise, lucrose iniziative economiche, la figura di Vito Tarantolo fosse da considerare un “prototipo” della vocazione imprenditoriale della mafia nel Trapanese.

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