GESTIONE IMPIANTI OSPEDALE, LA CGIL SCRIVE AL DIRETTORE GENERALE DELL’ASP: “TANTE COSE DA CHIARIRE, PARLIAMONE”

Questa la lettera della Cgil agrigentina inviata al Direttore Generale dell’Asp di Agrigento, in merito alla gestione del patrimonio impiantistico dell’ospedale di Sciacca.

 

Al Direttore Generale ASP n.1 AGRIGENTO

Oggetto: RICHIESTA INCONTRO su servizio manutenzione del patrimonio impiantistico del Presidio Ospedaliero “Giovanni Paolo II°” di Sciacca.

Il servizio di cui all’oggetto è stato per molti anni affidato alla Ditta COFELY Italia SpA che ha gestito e gestisce con professionalità riconosciuta anche la manutenzione degli altri nosocomi agrigentini, poi è stato affidato alla Ditta GEMMO SpA (che se lo è aggiudicato con un ribasso del 40% (!) ) e che, di proroga in proroga, lo gestisce dal 2011.

Non sta a Noi entrare nel merito delle valutazioni che portarono l’allora manager dell’ASP a rescindere il contratto con la Ditta COFELY Italia SpA , ma non possiamo non notare come nel passaggio alla GEMMO SpA il numero degli addetti è passato da 14 a 7, (peraltro non confermando nel servizio quanti fino a quel momento lo avevano garantito con professionalità e competenza).

Questo, insieme all’enormità del ribasso, riteniamo abbiano oggettivamente avuto un riflesso anche sulla qualità del servizio. Diversi sono i casi, balzati agli onori della cronaca, di disservizi che si sono registrati nella struttura (dalla gravissima questione dell’incendio nei locali del gruppo di continuità, all’assenza di acqua calda nei reparti, fino alla interruzione del regolare funzionamento del depuratore che ha portato la Procura della Repubblica a chiedere il rinvio a giudizio di tre persone tutte della Gemmo SpA).

Ma nemmeno difronte a fatti così gravi, l’ASP ha ritenuto, anche in autotutela, in attesa dell’accertamento della verità processuale, di procedere alla fine di questo permanente regime di proroga? Eppure in questi casi (frode in pubbliche forniture) la pubblica amministrazione può sempre risolvere un contratto d’appalto, oltre che nei casi specificamente previsti dalla legge o dal contratto stesso, anche laddove ad es. a carico dell’appaltatore venga avviato un procedimento penale per frode in pubbliche forniture a danno della stessa Amministrazione.

Per cui, in presenza di un accadimento del genere, non può certo ritenersi illegittimo l’operato dell’Amministrazione nel momento in cui ritenga di avvalersi del potere di dichiarare la risoluzione del contratto. (Cons. Stato Sez. V, 08/02/2010, n. 592).

Ed allora perché, Caro Direttore Generale, non si procede? Perché l’ASP ha bloccato le procedure di affidamento quinquennale (deliberazione commissariale 7001 del 16.10.2012) e non procede alla gara utilizzando le procedure CONSIP e ricostruendo, per questa via, serietà, qualità ed affidabilità di un servizio così importante?

Riteniamo che sia necessario che Ella debba mettere mano a questa questione che è densa di circostanze che debbono essere chiarite e perché riteniamo che servizi di questa delicatezza e natura meritano di essere affrontate da soggetti imprenditoriali di comprovata esperienza, qualità e affidabilità. Su questa vicenda intendiamo andare avanti e pretendiamo che si faccia la massima chiarezza, per questo siamo qui a chiederle un incontro urgente, dall’esito del quale fare dipendere anche le future azioni sindacali.

In attesa riscontro e convocazione, Le inviamo cordiali saluti.

IL SEGRETARIO GENERALE  Massimo RASO, FIOM CGIL Franco GANGEMI

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