FURTO E TENTATO OMICIDIO TABACCHERIA, CATALANO E CARDILLO RESTANO IN CARCERE

Il tribunale del Riesame di Palermo ha rigettato ieri,come riporta il Giornale di Sicilia in edicola oggi, la richiesta di annullamento della misura cautelare avanzata dai legali e i due riberesi Antonino Cradillo, di 27 anni, e Natale Catalano, di 48, restano in carcere.

Sono accusati per tentata rapina e per il tentato omicidio del titolare della tabaccheria di via Belmonte, Girolamo Valenti, fatto accaduto nel tardo pomeriggio dello scorso 12 novembre.

Catalano è anche accusato per la rapina a una farmacia di Calamonaci (lo scorso 31 agosto).

Gli inquirenti hanno ricostruito gli eventi dai quali è apparso chiaro “crudeltà, efferatezza e decisione con cui sono avvenuti i due fatti delittuosi”.

Il colpo. Ggli inquirenti spiegano come avevano progettato i colpi con precisione, effettuando sopralluoghi e pianificando le varie vie di fuga. I due rapinatori che lo scorso 31 agosto e 12 novembre hanno rispettivamente rapinato la farmacia Ragusa di Calamonaci e tentato di rapinare la tabaccheria Valenti di Ribera.

Le armi. Rapine a mano armata, nella prima un lungo coltello da cucina, brandeggiato davanti alla dipendente della farmacia, nella seconda una pistola più volte puntata nei confronti del proprietario della tabaccheria che con coraggio e fortuna è riuscito a far allontanare i rapinatori.

La rapina in farmacia.  La prima rapina, in cui il Catalano complice di un secondo rapinatore ancora da identificare, si appostava con l’auto nelle vie limitrofe alla farmacia in attesa che il complice uscisse con il bottino per fuggire. Complice armato di un lungo coltello da cucina, che proprio attorno alle 19.00, orario di chiusura dell’esercizio, entrava con una tuta da meccanico e volto travisato da un passamontagna, minacciando la dipendente, brandeggiando il coltello e proferendo frasi offensive, si faceva consegnare i soldi presenti in cassa, scappando poi velocemente verso l’auto del complice che lo attendeva.

La rapina in tabaccheria. In questo caso i due rapinatori, identificati ed arrestati dai carabinieri, corrispondevano alle persone di Natale Catalano e Antonino Cardillo.  Anche questo colpo era stato pianificato con precisione e dovizia di particolari, stessa l’ora, alle 19, l’auto del Catalano si avvicinava alla Tabaccheria ed il complice, identificato in Antonino Cardillo , usciva dall’auto, il volto sempre travisato da un passamontagna, in mano una pistola. L’uomo si avvicinava alla tabaccheria arma in pugno e dirigendosi verso la cassa minacciava di morte il proprietario affinché gli consegnasse l’incasso della giornata. Mentre i clienti, in preda al panico, supplicavano il proprietario di consegnare il denaro, lo stesso, approfittando di un momento di distrazione del rapinatore, impugnava una barra in metallo, posta nelle vicinanze ed iniziava a percuotere il malvivente al fine di metterlo in fuga. Il rapinatore sorpreso dalla veemente reazione della vittima, gli puntava l’arma, tentando più volte di esplodere colpi di arma da fuoco.

La pistola si inceppa . Il caso voleva che l’arma verosimilmente si inceppasse, consentendo alla vittima, seppur ferita dalla breve colluttazione, di mettere in fuga il rapinatore, che dopo aver raggiunto il Catalano, rimasto ad attenderlo a bordo dell’auto, si allontanava rapidamente dalla scena del delitto facendo perdere le tracce.

Le ricerche. Durante le immediate ricerche dei malviventi, i carabinieri riuscivano ad individuare il luogo, in aperta campagna, dove erano stati bruciati gli indumenti utilizzati nel corso della tentata rapina alla tabaccheria di Ribera. L’attività investigativa dei militari, condotta attraverso strumenti tradizionali d’indagine, quali testimonianze, analisi dei filmati di videosorveglianza, servizi di osservazione e attività tecniche, consentiva di tracciare un quadro probatorio particolarmente minuzioso, lineare ed efficace.

Le indagini coordinate dal sostituto procuratore, Carlo Boranga, della Procura della Repubblica di Sciacca, permettevano di spiccare in poche ore un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti dei due pericolosi criminali. Dopo le formalità di rito, i due malviventi sono stati associati presso la Casa Circondariale di Sciacca a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

 

 

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