Focolaio covid ospedale Sciacca: non ci fu negligenza. Chiesta l’archiviazione per medico

SCIACCA. La Procura della Repubblica di Sciacca ha chiesto al Gip del Tribunale saccense l’archiviazione per il dirigente medico Tiziana Catalano, in servizio nel reparto di medicina. Per lei pendeva l’ipotesi del reato di epidemia colposa. I fatti risalgono al marzo del 2020, all’inizio della pandemia da Covid.

Le indagini condotte dopo lo scoppio del focolaio all’interno dell’ospedale Giovanni Paolo II non hanno riscontrato comportamenti da consolidare l’ipotesi di reato di epidemia colposa. Ipotesi grave che gravava sul dirigente medico, apprezzato professionista. il dirigente medico contrasse il virus proprio nei primi giorni dell’inizio della pandemia. Sul medico Tiziana Catalano piovvero accuse sui social. Accuse pesantissime associati a commenti feroci. Scoppiò un focolaio a Sciacca, con origine nell’ospedale. Sciacca, nei primi giorni della pandemia schizzò in alto come numero di contagiati, 24, cifra che collocò la città fra le più contagiate in Sicilia. La dottoressa contrasse l’infezione e fu trasferita al reparto Malattie infettive del Sant’Elia di Caltanissetta. Lottò 21 giorni e, fortunatamente, guarì dagli effetti devastanti dell’infezione.

Le indagini, supportate da una una consulenza tecnica, hanno appurato che la condotta del medico Catalano non incise su due pazienti ricoverati al Giovanni Paolo II, deceduti dopo a causa del Covid. Erano stati i familiari a presentare denuncia.

Sui social sui scatenò l’inferno con centinaia e centinaia di commenti pesanti e diffamatori sulla dottoressa. Commenti che uscivano dalla fantasia dei leoni da tastiera i quali non avevano minimamente contezza della realtà dei fatti. Sulla dottoressa Catalano si rovesciò il peggio del peggio che i social possono sfornare.

Venne infangata la professionalità di un dirigente medico molto apprezzato e di ottima professionalità. La richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura al Gip del Tribunale di Sciacca fa luce sulla linearità del comportamento della dottoressa Catalano, sulla tempistica intercorsa da quando accusò i primi sintomi mentre era in servizio (4 marzo 2020). Tempistica che esclude il nesso tra la malattia contratta dal medico e il contagio degli altri pazienti ricoverati in reparto.