Anche quest’anno il Movimento 25 Aprile prende parte con immenso orgoglio alla commemorazione della Festa nazionale della Liberazione. Proprio in un contesto in cui incertezza e disorientamento prendono il sopravvento, nell’era dell’antipolitica, dell’apolitica, della politica impolitica; oggi che, più che mai, la Repubblica stenta a rimettersi in piedi, quando delle sue istituzioni è rimasto soltanto qualche brandello; quando i politici non sembrano servitori dello stato, ma commedianti impreparati; nell’oggi dei partigiani che gettano le armi, dei cittadini senza patria, della democrazia ignorata; dei governi tecnici, delle elezioni inconcludenti, delle fazioni senza identità, nell’oggi della crisi e della delusione, torniamo instancabili a citare: “Odio gli indifferenti. Penso che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano” (Gramsci) Parole su cui si è fondato il nostro associazionismo fino ad oggi, parole sempre vive e attuali come il nostro sangue repubblicano e democratico.
L’invito ancora una volta è a riscoprire la forza, la libertà e il coraggio che ieri costò la vita dei nostri nonni e che oggi potrebbe fare quella dei nostri figli. Resistere, ieri oggi e domani. Una resistenza che si cibi della rabbia e dell’insoddisfazione e la renda coscienza, che non sia alienazione e sdegno ma fervente partecipazione, che ci spinga a prendere decisa posizione, a vivere in e per questa società, a crescere e vivere nella libertà, rispettarla ed amarla come madre grandiosa della democrazia. Resistere anche quando tutto spingerebbe a fuggire. Rimanere cittadini anche quando la realtà sembra trascendere dalle nostre scelte.
Perché se è vero che oggi non ci piacciamo più tanto, è pur sempre vero che in un ieri, lontano appena 67 anni, questa bistrattata libertà è stata figlia del sangue di uomini innocenti, questa democrazia rinnegata è nata dal coraggio e dall’eroismo dei nostri padri, che uomini erano, come uomini siamo noi oggi. Crediamoci, amiamoci e rispettiamoci, rendiamoci la parte migliore del mondo, manteniamo salda dentro di noi la consapevolezza di chi siamo, da dove veniamo; portiamo nel sangue il sacrificio dei nostri partigiani e rendiamolo giorno per giorno attuale, adorniamo la nostra democrazia di rispetto e comprensione, di onestà e partecipazione. Perché non esiste Resistenza senza ostacoli. Non esisterebbe opposizione, senza una realtà da rivoltare. Perché Resistenza non è uno stato di cose, Resistenza è lotta estenuabile. Nell’aprile 2013 posati i fucili e le spranghe, prendete i giornali, accendete l’informazione, parlate nei bar, impugnate le matite nei seggi elettorali, stringete la mano all’avversario politico, abbracciate il vostro datore di lavoro, scegliete l’Italia democratica.
Simona Buscarnera