CONVIENE ANCORA INVESTIRE NEI BENI IMMOBILI?

Tra gli asset più amati dagli italiani, i beni immobili rappresentano tutt’oggi un rifugio imprescindibile per il risparmio. La domanda tuttavia è la seguente: è ancora conveniente investire nel mattone? La risposta, si vedrà, va articolata adeguatamente. Da considerare infatti ci sono moltissimi elementi, fortemente legati alle oscillazioni dei mercati finanziari e quindi non facilmente alla portata di chiunque. Il consiglio, tanto per iniziare, è quello di rivolgersi sempre agli esperti del settore.

 C’è poco da dire, e i dati pubblicati da Moneyfarm lo dimostrano. Gli italiani guardano alla casa come se fosse una banca, una cassaforte ed un salvadanaio. Impiegare del capitale per l’acquisto di un bene immobile viene considerato in ogni caso una buonissima opzione. Avete mai immaginato di vincere qualche milione alla lotteria? Qual è la prima soluzione pensata per mettere a frutto quella rendita? Se la risposta è:” Acquistare uno o più appartamenti” allora siete nel preciso mood italiano. Il 73% degli italiani possiede una casa di proprietà, tanti hanno o puntano ad acquistarne una seconda. Casa=sicurezza e stabilità. È questa l’equazione che accompagna generazioni di italiani. Occorrerebbe tuttavia valutarne la correttezza, onde evitare di incappare in spiacevoli, e quasi sempre non prese in considerazione, sorprese.

 Secondo l’osservatorio di Findomestic, nel 2019 il 10% degli italiani investirà in una casa. Di questi, oltre un terzo è rappresentato da Under 35, a dimostrazione che la passione si trasmette da padre in figlio. Gli immobili si collocano al secondo posto tra gli investimenti preferiti, a breve distanza dagli strumenti finanziari, scelti dal 14% degli intervistati (di cui molti pensionati, che verosimilmente posseggono già una casa). Molto dietro gioielli e criptovalute (4%) e opere d’arte (3%). Nonostante il 53% del campione non intenda effettuare nel 2019 alcun investimento, appare quindi chiaro da questo rapporto quale sarà la direzione dell’aumento di risparmio privato accumulato. A trainare i beni immobili sono Sud e Isole, laddove il Nord preferisce invece opzioni più moderne.

 Va chiarito, nell’attuale contesto e stante i dati evidenziati, un aspetto fondamentale. La casa è uno degli asset a cui guardare, e come tale va preso. È soggetto ad oscillazioni, cadute di valute, momenti di stasi, esattamente come qualsiasi altro strumento finanziario. È sbagliato considerarlo un bene rifugio, perché non è così. Inoltre, la casa presenta una serie di svantaggi che non possono essere sottovalutati. Innanzitutto, le tasse. Sulla prima casa l’IMU non c’è, ma esso scatta a partire dalla seconda casa, e va ad accumularsi alle imposte locali. Punto numero due, in Italia il tasso di morosità è molto alto, e i proprietari non hanno una legislazione particolarmente favorevole dalla loro. Punto numero tre, comprare e vendere una casa richiede tempo e presenta costi di intermediazione decisamente alti. Non è una buona idea, sicuramente, puntare tutto sul settore immobiliare. Anche perché dietro l’angolo si nasconde sempre lo sgambetto dell’inflazione.

Negli ultimi 25 anni il valore degli immobili è sceso mediamente del 15%, nonostante un’inflazione nettamente contenuta rispetto al passato; se nelle grandi città il dato è in controtendenza, nel resto del paese l’inflazione non consente di scherzare troppo con il fuoco. Ad ogni modo, il rendimento medio degli immobili residenziali si colloca attorno al 6%, e la cosa positiva è che da Nord a Sud il livello non varia in maniera rilevante. Molto sfruttato, ad esempio, è l’affitto breve, scelta tra le più apprezzate dai turisti e fruttuosa per i proprietari. A sorpresa, però, a garantire un rendimento maggiore sono i locali commerciali, che nel 2018 hanno registrato un bell’8,6%, in crescita rispetto al 7,9% dell’anno precedente.

 

Come si evince, pertanto, l’investimento immobiliare rimane un’opzione saggia e abbastanza redditizia per tutelare il proprio capitale. A patto di non considerarlo una miniera d’oro.