Bonus edilizi, “frode” da 26 milioni: 4 arresti, 83 indagati tra cui i clienti

I lavori “fantasma” ammonterebbero a 26 milioni di euro. Sarebbero risultati solo culla carta per fare soldi con i bonus edilizi e poi investirli anche in oro e criptovaluta
PALERMO- I finanzieri del Comando provinciale di Palermo hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di sette persone. Quattro finiscono agli arresti domiciliari dopo gli interrogatori di garanzia: Angelo e Fedele Notaro, Salvatore Castelli e Massimo Smeraldi. Ad altri tre indagati, tra cui un ingegnere, il Gip, su richiesta della Procura della Repubblica di Palermo guidata da Maurizio de Lucia, ha applicato la misura interdittiva del divieto di esercitare attività imprenditoriali e professionali per un anno. Sono indagati per associazione a delinquere finalizzata alla realizzazione di frodi in materia di bonus edilizi (bonus facciate, ecobonus e recupero del patrimonio edilizio). A loro viene ricondotta la gestione di 19 imprese edili (per dieci è scattato lo stop). Hanno tutte sede a Palermo e un giro di affari per lavori ritenuti fittizi che ammontano ad oltre 26 milioni di euro. La Guardia di Finanza ha eseguito due decreti di sequestro preventivo. Il primo, d’urgenza, per oltre 8 milioni di euro, nelle fasi iniziali delle indagini, il secondo, per circa 19 milioni di euro, lo scorso mese di aprile. I finanzieri del Nucleo di polizia economico finanziaria, agli ordini del colonnello Carlo Pappalardo, avrebbero ricostruito il meccanismo illecito. Le società coinvolte nella frode, applicando lo sconto in fattura, avrebbero emesso fatture per operazioni inesistenti in favore di clienti privati per lavori in realtà mai eseguiti. Generavano così un credito d’imposta utilizzabile in detrazione o cedibile a terzi. Ed infatti sarebbe stato ceduto a intermediari finanziari per monetizzarlo. I titolari delle imprese avrebbero distratto parte delle somme mediante bonifici su conti correnti personali, prelevamenti in contanti, sottoscrizione di buoni fruttiferi postali, acquisto di oro e criptovalute, beni mobili e immobili. Oltre ai sette presunti membri dell’associazione, ci sono altri 83 indagati. Sono amministratori delle imprese inserite nel circuito illecito e dei committenti compiacenti, concorrenti nei reati di emissione di fatture per operazioni inesistenti e truffa aggravata nell’utilizzo dei bonus edilizi. Tra i tre indagati con il divieto di esercitare impresa e attività professionale per un anno c’è anche un ingegnere, Salvatore Baiara.