BINDI: “AGRIGENTO E’ UNA PROVINCIA CON FORTE PRESENZA MAFIOSA. ACQUA E RIFIUTI SONO CENTRI DI GRANDE INTERESSE ECONOMICO”
“Ascolteremo i vertici della Girgenti Acque”
“Agrigento è una provincia con la presenza di un’organizzazione mafiosa ancora resistente, capace di controllare il territorio. Una mafia che non sembra caratterizzarsi con tratti di modernità ed innovazione, come in altre realtà. Nell’Agrigentino, controlla il territorio con i reati tradizionali dell’estorsione, della droga, anche se non mancano condizionamenti alla pubblica amministrazione, influenze sul consenso elettorale e la capacità di condizionare, attraverso gli appalti, l’azione della pubblica amministrazione e l’economia di questa provincia”.
E’ quanto ha detto ieri sera il presidente della commissione parlamentare antimafia Rosy Bindi. La commissione, tornata ad Agrigento dopo 12 anni. In Prefettura, è stato dato corso alle audizioni del prefetto Nicola Diomede, dei componenti del comitato di sicurezza, dei procuratori Massimo Scalia (Dda), Luigi Patronaggio (Procura di Agrigento), Roberta Buzzolani (Procura di Sciacca) e Fernando Asaro (Procura di Gela).
“Al termine di questa giornata – ha spiegato Rosy Bindi – possiamo constatare che la mafia c’è ad Agrigento e nella sua provincia. Ci sono però i presidi della legalità, c’è la Prefettura, ci sono le forze dell’ordine, la magistratura, c’è il presidio dell’informazione. Ma l’omertà è ancora molto forte. C’è gente che subisce incendi, estorsioni e che fa fatica a denunciare ed a collaborare. E questo è un fatto che non possiamo ignorare. È una parte d’Italia che soffre la mancanza di lavoro, la mancanza di servizi, soffre la mancanza di futuro delle giovani generazioni. Questo non giustifica la presenza della mafia, la può spiegare. Speriamo – ha aggiunto – che le strade che abbiamo percorso stamattina vengano completate, che l’economia di questa terra venga liberata dal giogo della mafia”.
“Abbiamo preso in esame il caso della gestione delle acque – ha spiegato Rosy Bindi – . Ci sono indagini della magistratura in corso e c’è la vigilanza da parte della Prefettura”.
Gestione acqua. Ascolteremo i vertici della Girfgenti Acque. E in merito alla gestione di acqua e rifiuti, Bindi ha spiegato: “Penso che dopo questa giornata di audizioni, approfondiremo. Noi prediamo in esame l’aspetto dell’influenza mafiosa, mentre l’aspetto tecnico è affidato ad altri. Dopo aver ascoltato prefetto e comitato di sicurezza credo che la nostra Commissione non potrà non sentire i vertici della società che gestisce le acque di questa provincia. I problemi che sono emersi sono talmente tanti – ha aggiunto il presidente Nindi – e noi non possiamo non fare la nostra parte per fare chiarezza. L’acqua è essenziale per una comunità che non può subire i depuratori che non funzionano , i contatori cinesi, le gare d’appalto poco chiare e quindi penso che ci saranno degli sviluppi”.
Gestione rifiuti. In merito alla gestione di rifiuti, dopo Palermo è stato analizzata Agrigento. “Lunedì – ha detto il vice presidente della commissione Claudio Fava – ci è stata presentata una relazione impietosa. Abbiamo voluto ricordare alcune parole che i magistrati hanno portato: un quadro devastante, un macrosistema nel quale accanto ad una oligarchia imprenditoriale a tratti particolarmente spregiudicata, c’è un debito forte della politica sul piano della programmazione del controllo e una presenza forte di Cosa Nostra che ritiene che questo business, che vale 18 miliardi l’anno, non debba passare inosservato. A questo aggiungiamo il contributo di analisi che porta la commissione antimafia: un contesto della massoneria che in Sicilia sta trovando – ha continuato a spiegare Fava – in questi anni particolare sviluppo, particolare fertilità che crediamo sia anche relativo al contesto, all’area criminale in cui interessi diversi i incontrano si compensano, si salvaguardano a vicenda anche in relazione al ciclo dei rifiuti. E’ una delle tante voci economiche d’affari che Cosa Nostra considera prioritaria per le sue finanze”.
(Foto Concetta Rizzo)