Editoriale di Filippo Cardinale

L’intervista dell’avvocato Gaetano Visocchi, al vertice del management dal gruppo di Sir Rocco Forte offre lo spunto per guardare con realtà il nostro territorio. In buona sostanza, l’avvocato Visocchi lamenta che il nostro territorio, ma più in modo esteso la provincia agrigentina, venga scarsamente considerato nelle politiche di sviluppo della Sicilia.

E’ innegabile – e lo stesso Visocchi lo evidenzia – che la Regione, adesso con Crocetta, prima con Lombardo, ma anche con i precedenti Presidenti, abbia più considerazione per la parte orientale dell’Isola. Tutta la politica economica (quel che la classe politica riesce a partorire è sempre poca roba per un effettivo sviluppo della Sicilia) è cucita attorno Taormina e Catania. Anche la politica degli aeroporti vede penalizzata questa parte della Sicilia, quella occidentale. Mentre si rafforza Catania e si fa decollare Comiso, Palermo e Trapani subiscono una politica delle compagnie aeree che penalizza il territorio. Basta pensare che in autunno e inverno le tratte aeree degli aeroporti di Trapani e Palermo vengono ridotte.

La provincia di Agrigento è sempre stata l’ultima della classe, pur sfornando politici che hanno ricoperto importanti incarichi. La provincia di Agrigento è priva di infrastrutture. Abbiamo una viabilità davvero disagiata. Siamo fuori dall’anello autostradale siciliano. Siamo sempre negli ultimi posti delle graduatorie economiche e sociali. La classe politica ha seminato solo assistenza sociale per acchiappare consensi e clientele.

Oggi i nodi sono venuti al pettine. Chi ieri si accontentava delle briciole oggi canta miseria. Non vi è una classe imprenditoriale capace di investire e creare occasioni produttive. I giovani sono costretti a lasciare questa “amara terra”. Il danno più importante e consistente che la classe politica agrigentina porterà per sempre sulle spalle e sulle coscienze (ammesso che ne abbiamo) è quella di aver realizzato una terra bruciata attorno a diverse generazioni di giovani. La provincia agrigentina registra un ritardo che è difficilmente colmabile.

Ma l’elemento di forte tristezza è che non si ha ancora la consapevolezza che a soffrire, a non avere futuro, saranno ancora le prossime generazioni per diversi decenni. E’ stato cerato un danno talmente profondo che necessitano decenni di buona politica per un difficile recupero. Alle considerazioni di Visocchi ha risposto la Cgil agrigentina, condividendone le preoccupazioni. Ciò che scoraggia tanto è che oltre la Cgil nessuno è intervenuto nel dibattito. Né la Camera di Commercio, né la Confindustria, né altre associazioni.

Il silenzio più assoluto. Un silenzio che tipicizza la nostra classe dirigente e politica. Un silenzio che contagia anche i giovani, come se il danno provocato dalle precedenti generazioni e classi dirigenziali non appartenga loro e il loro futuro.

Anche Sciacca soffre di solitudine, e non bastano certo le continue letterine che il sindaco scrive al Presidente della Regione. L’esempio delle Terme è eclatante. La verità è che da parecchio tempo soffriamo la solitudine di una classe politica con la P maiuscola.

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