L’ultima carta per Cacioppo: la richiesta di referendum bocciata prima della sfiducia

Il gruppo di Arbisi parla ora di probabile finestra elettorale in autunno e dunque di commissariamento breve.

A Sambuca di Sicilia con la mozione di sfiducia si è chiusa una fase politica turbolenta, dove sono emersi anche tanti rancori e risentimenti, che potrebbero lasciare il segno per il futuro. La decisione della sfiducia al sindaco Giuseppe Cacioppo è arrivata al termine di una lunga e accesa seduta consiliare, durante la quale il consigliere Felice Guzzardo aveva tentato un’ultima mediazione proponendo un referendum popolare per coinvolgere direttamente i cittadini. Il tentativo non ha trovato accoglimento e l’aula ha sancito la fine anticipata del mandato del primo cittadino. Il contesto politico era da tempo instabile: nove mesi fa, il CGA aveva accolto il ricorso elettorale del consigliere comunale Sario Arbisi – rivale di Cacioppo alle scorse amministrative – modificando così gli equilibri di maggioranza in aula.

Cacioppo ha definito la sfiducia “un’iniziativa spregiudicata” che lascerà il comune in reggenza commissariale per almeno 11 mesi, sottolineando come il vero colpo sia stato inferto non tanto alla sua figura, quanto “ai cittadini”. Di parere opposto Arbisi, promotore della mozione, secondo cui si trattava di “un atto necessario”, motivato da ingovernabilità e mancanza di dialogo da parte del sindaco verso la nuova maggioranza. Ora si apre una fase di transizione per il comune belicino, che sarà affidato a un commissario straordinario in attesa di nuove elezioni amministrative. Il gruppo di Arbisi parla di probabile finestra elettorale in autunno e dunque di commissariamento breve.