VIAGGIO ATTRAVERSO IL DEGRADO DI MARAGANI. IL “RACCONTO” DI SIMONE DI PAOLA E GIOACCHINO SETTECASI. PRIVATO SCAVA TRINCEA A RIDOSSO DELLA STRADA

Contrada Maragani: una giornata di ordinaria follia! E’ la definizone con la quale i consigliere comunali Simone Di Paola e Gioacchino Settecasi descrivono la situazione di degrado nella contrada balneare di Maragani.

Più che un’interrogazione presentata, i due consiglieri raccontano l’avventura di una giornata di mare costellata di “incredibile compendio di disagi e disservizi”. Una situazione che “da diverse estati sono costretti a subire quanti, residenti o avventori, decidono di eleggere tale tratto di mare quale sede delle proprie vacanze”.

Questo la “narrazione”. Quando si giunge nella via Selinunte , ovverossia la strada di attraversamento dell’intera contrada, si è costretti a fare la gincana fra le incredibili quantità di avvallamenti, rotture e dissesti del manto stradale, evidente conseguenza di una pressoché totale mancanza di interventi manutentivi, che la rendono assolutamente pericolosa e potenziale teatro di incidenti; la notte poi chi si trova ad attraversarla deve davvero votarsi a qualche Santo, considerato il fatto che alle rotture del manto stradale, mai riparate dal comune, si aggiunge uno stato di totale oscurità, segnato dal fatto che la Contrada Maragani risulta essere incredibilmente una delle poche località balneari non servite da impianti di pubblica illuminazione, il che costituisce un cocktail letale per chi si trova a transitarvi.

Andiamo avanti: quando si giunge nei pressi della battigia poi l’odissea diventa un’esperienza da girone dantesco: non esiste una sola area destinata a parcheggio, ne pubblico ne privato, il che costringe i frequentatori a lasciare le proprie autovetture un po’ ovunque, confortati dal fatto che tanto a Maragani non esistono controlli della polizia municipale; il che crea, specie nelle giornate più caotiche, degli autentici imbuti, da cui è impossibile uscire, con file chilometriche ed enormi disagi per pedoni e bagnanti.

Ad aggiungere tale stato di caos ci si mettono anche taluni privati i quali, evidentemente nella totale assenza di controlli da parte delle autorità competenti, hanno inteso delimitare, com’è nel loro diritto, la propria proprietà privata confinante con l’unica strada di attraversamento del litorale, non con una normale recinzione o con una semplice catena, come sarebbe normale, ma incredibilmente tracciando un enorme solco nel terreno, probabilmente utilizzando un trattore, creando un autentica voragine ed ulteriormente aggravando le condizioni della circolazione e dunque aumentando disagi degli sventurati passanti, ad ulteriore dimostrazione che tutto è possibile laddove regna l’anarchia e l’indifferenza la fa da padrone.

Quando poi, dopo mille peripezie, si ha la fortuna di parcheggiare ci si rende conto che perfino scendere in spiaggia diventa un impresa degna del miglior “Indiana Jones”, stante l’assenza di scalette o passerelle degne di tal nome, con evidente e grave nocumento per quanti, trovandosi a scendere in spiaggia in tali Condizioni di disagio, sistematicamente rischiano l’osso del collo.

Per non parlare poi della pressoché totale assenza di quei servizi minimi che rendono civile la frequentazione di questo tratto di spiaggia: non esistono cassonetti per l’immondizia per km; i contenitori in spiaggia si contano sulle dita di una mano; non si intravede la benché minima attività di vigilanza del litorale, tale che da diversi mesi fa bella mostra di sé un vecchio congelatore poggiato su una piattaforma di legno, chiusa con una catena ed abbandonato sul ciglio della strada, pronto a cadere sulla testa dei bagnanti ed incredibilmente mai rimosso, nonostante le innumerevoli segnalazioni fatte da residenti della zona.

L’unico segnale di civiltà : la presenza di un solo bagnino, costretto a vigilare da solo in una spiaggia che si estende notevolmente e dove necessiterebbe di ben lira attività di sorveglianza e di protezione. Questo accade in uno dei tratti più belli e suggestivi del nostro litorale; questo accade in una zona dove da anni i residenti sono stati abituati a sentirsi cittadini di serie B, tagliati fuori o al più fortemente penalizzati nell’espletamento dei più elementari servizi, dai quali si misura il livello di civiltà di una comunità, acqua, fogne, rifiuti illuminazione in primis.

Non aggiungiamo altro a questa narrazione, che integriamo con un report fotografico , attestante la veridicità di quanto affermato, lasciamo alle autorità competenti la possibilità di una seria riflessione sull’opportunità di aprire, dopo decenni di incuria e disinteresse totale, un ragionamento rispetto a cosa si vuole farne di una delle più meravigliose località di mare della nostra città. 

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