Vertenza Consorzio di bonifica: si va allo sciopero

Deciso inoltre nel corso di un’assemblea di costituire un presidio permanente presso la sede in Contrada Spataro a Ribera

Si intensifica la protesta dei lavoratori del Consorzio di Bonifica Agrigento 3 che questa mattina sono tornati a riunirsi in assemblea, al termine della quale hanno deciso di proclamare lo sciopero e di costituire un presidio permanente presso la sede del Consorzio, in Contrada Spataro a Ribera. Sullo sfondo c’è la grave situazione legata al mancato pagamento degli stipendi. Una mobilitazione, scrivono i sindacati Flai Cgil, Fai Cisl e Filbi Uil, che rappresenta l’ultimo strumento di lotta per far valere i propri diritti, nella speranza di ottenere un intervento immediato da parte delle istituzioni. Una decisione, quella di fermare le attività, che giunge dopo che nessuna delle promosse annunciate è stata mantenuta. Il direttore generale del Consorzio di Bonifica Giovanni Tomasino, d’intesa con l’assessore regionale all’agricoltura e con il dipartimento, avevano annunciato che si sarebbe proceduto al pagamento di almeno due mensilità. Tuttavia, ad oggi, nessuna somma è stata accreditata ai lavoratori e le retribuzioni restano bloccate. A complicare ulteriormente il quadro, proseguono nella nota Franco Colletti, Giovanni Giarrizzo e Leonardo Mulè, è la notizia di un nuovo pignoramento, notificato al Consorzio da parte di Enel per un debito di oltre 3,6 milioni di euro relativo a forniture energetiche non saldate. Questo ulteriore provvedimento rischia di paralizzare completamente l’attività consortile, già duramente provata da una situazione economico-finanziaria fuori controllo. Lavoratori che dunque, pur comprendendo le difficoltà e apprezzando i segnali di impegno istituzionale, si ritrovano privi di certezze. Il ritardo accumulato nei pagamenti, l’assenza di un piano chiaro e coerente da parte dell’amministrazione consortile, la mancanza di documenti contabili fondamentali e i nuovi pignoramenti rendono insostenibile la condizione sociale ed economica di centinaia di famiglie. E c’è l’appello al presidente della Regione Renato Schifani affinché intervenga direttamente per sbloccare la vertenza. È necessario che venga garantito il pagamento immediato delle mensilità arretrate e assicurata la regolare gestione delle risorse future, evitando un ulteriore aggravamento della crisi che rischia di compromettere la stagione irrigua e l’intera economia agricola del territorio.
