Le terme sono ritornate alla “ribalta” con un ulteriore intervento epistolare del sindaco Fabrizio Di Paola a cui fa eco una nota a firma del segretario cittadino della Cgil

EDITORIALE

Siamo oltre metà maggio, e ancora si spera di salvare una stagione che, a ragione, appare irrimediabilmente persa. Sembra di assistere ad un rito. Da un lato l’Amministrazione Comunale che con una lettera del Sindaco si chiede – e chiede – al Presidente della Regione e ad altri perché ad oggi non è ancora stato fatto nulla sulla possibilità di affittare per questa stagione l’albergo e di far gestire all’ASP i reparti di cura termale, dall’altro l’intervento del sindacalista Franco Zammuto sintonizzato sulla stessa lunghezza d’onda. Entrambi se lo chiedono, anche se appare evidente che sanno la ragione per la quale nulla è stato fatto fino ad oggi.

Allora sui perché proviamo a rispondere noi. Tutti sanno benissimo che il liquidatore opera su direttive della proprietà; tutti sanno benissimo che la Terme di Sciacca Spa è di proprietà della Regione che possiede il 100% del pacchetto azionario; tutti sanno benissimo che la situazione debitoria è lievitata a quasi dieci milioni di euro (a proposito il bilancio non si è fatto ad aprile come si sarebbe dovuto ma si è spostato a giugno proprio per evitare di far emergere in questo momento l’aumento esponenziale delle perdite). Tutti sanno benissimo che siamo alla fine del mese di maggio e che la stagione 2015 è compromessa, perché ammesso che questo benedetto Consiglio di Amministrazione della società si riunisca e deliberi (assumendosene la responsabilità), tutti sanno che i tempi di pubblicazione dei “mini bandi”, di celebrazione della gara e di stipula del contratto e di voltura delle licenze, porterebbero l’inizio della gestione alla fine del mese di luglio, od ai primi di agosto. In buona sostanza, tutti sono consapevoli che non c’è più tempo.

In questo scenario, sembra bastevole che le terme aprano a settembre. E’ questa una risposta alle esigenze ricettive della città? Non sembrerebbe. Troppo tardi. Si potrebbe dimostrare (seppur mai si riuscirà a farlo) che comunque le Terme sono state riaperte. Poco importa se solo per due mesi, poco importa se l’apertura costerà altre centinaia di migliaia di euro, poco importa se sarà più il danno che il vantaggio, l’importante è che abbiano avuto ragione. E’ ragionevole ciò?

Non risolverebbe manco il problema dei lavoratori stagionali. Per loro il danno è enorme. Non è bello trovarsi di colpo senza lavoro. Ogni famiglia ha assunto degli impegni, ogni famiglia puntava sui mesi di stagionalità per andare avanti. Maturavano l’accesso anche agli ammortizzatori sociali. Ora diventa tutto più difficile. Non si assume la decisione di chiudere le attività delle terme in primavera.

Sarebbe stato utile trascorrere l’inverno lavorando sodo e celermente in prospettiva delle scelte assunte successivamente. Del resto, l’imprenditore Mangia è stato chiaro: non ci sono più i tempi. E so lo dice lui!

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