Strada di uscita da San Marco, il Comune adotti definitivamente gli strumenti di cui dispone
Ancora ad oggi, nonostante tutti gli stabilimenti balneari di San Marco-Maragani abbiano aperto le loro strutture, l’unica strada di uscita si trova in una condizione di serio pericolo per auto e moto. C’è in questo senso una opposizione da parte di uno o più privati proprietari delle case prospicienti su quella strada che avrebbe paralizzato la sistemazione della strada stessa per rimuovere le condizioni di pericolo.
Bene, ma il Comune forse non sa, che proprio per il pubblico interesse sotteso all’utilizzo di quella strada, unica uscita si ricorda dalla spiaggia sulla quale insistono ben tre stabilimenti balneari, può smettere di discutere e cominciare ad adottare alcune seri provvedimenti?
Anzitutto la requisizione d’uso di quella strada, ossia un provvedimento da adottare per la presenza delle gravi e urgenti necessità (unica via di uscita da quell’area). La requisizione in sostanza consente di rimuovere i rischi ed i pericoli attuali per l’intera stagione estiva sia per un’uscita dall’area più sicura sotto il profilo della sicurezza (rimozione di buche) sia per una corretta movimentazione dei veicoli per la stagione estiva garantendo quindi la sicurezza pubblica. La requisizione dovrebbe avere un tempo prefissato (quattro mesi) e dovrebbe essere pagato ai proprietari un prezzo per l’uso, ferma restando la legittimità del titolo trattandosi di area a stretto ridosso del limite della spiaggia.
In alternativa alla requisizione potrebbe essere disposta l’occupazione temporanea della strada di proprietà privata, anche se il bene non è soggetto a procedimento espropriativo ma che può essere effettuata secondo le procedure previste per la dichiarazione di pubblica utilità, se ciò risulti necessario per la corretta esecuzione dei lavori previsti di messa in sicurezza della strada e per il suo utilizzo pubblico. L’occupazione è appunto temporanea, per cui la strada sarà restituita ai proprietari quando vengono meno le circostanze che hanno determinato il provvedimento e naturalmente anche in questo caso è dovuta ai proprietari una indennità, fermo restando anche qui la regolarità urbanistica ed edilizia.
Se si volesse risolvere in via definitiva il problema allora si dovrebbe procedere all’espropriazione per pubblica utilità, per cui i privati verrebbero privati della proprietà in favore del Comune e dell’uso pubblico definitivo e perpetuo della strada, previo il pagamento dell’indennità di esproprio.
E’ chiaro che ogni provvedimento (requisizione, occupazione temporanea ed espropriazione) può essere impugnato dai privati se questi ritengono il provvedimento illegittimo.
Filippo Cardinale