RIFIUTI, IN 50 GIORNI DOVREMMO FARE CIO’ CHE NON ABBIAMO FATTO IN 365

Con la raccolta differenziata siamo messi male. Oggi la percentuale è del 30% e a fine maggio dovremmo necessariamente toccare la cifra del 65%. L’interrogativo appare spontaneo: possiamo raggiungere l’obiettivo in appena 50 giorni? La meta appare ardua perché sono trascorsi dieci mesi dalla stipula del contratto tra il Comune e le ditte Bono-Sea.

Il diagramma di Gantt, che prevede la tabella di marcia per ossequiare il Piano Aro, prevede che entro il primo anno bisogna raggiungere la percentuale del 65% della raccolta differenziata. Il destino, a volte, gioca brutti scherzi. Il Piano Aro è stato concepito dall’Amministrazione Di Paola, ma il parto è avvenuto con l’Amministrazione Valenti. E’ un figlio che le due amministrazioni hanno in Comune. La nuova Amministrazione si è insediata nel giugno del 2017. Il contratto tra Comune e Bono-Sea è stato sottoscritto il 4 maggio 2017. C’è un vuoto lungo quasi un anno che sta avendo ripercussioni sia nell’esecuzione del contratto, sia sui contribuenti come danno economico.

Ci riserviamo, a parte, di narrare ai nostri lettori la cronistoria del Piano Aro. In questo articolo è interessante affrontare il tema economico.

Ma non possiamo non sottolineare la discordanza delle date che producono gli adempimenti contrattuali. L’assessore all’Ecologia e le ditte Bono-Sea sostengono che i adempimenti decorrono dal 29 novembre 2017, data di registrazione del contratto dopo lo scioglimento della “riserva di legge” dichiarata il 4 maggio 2017, che è anche la data di sottoscrizione del contratto tra il Comune e le ditte Bono-Sea.

C’è, invece, il sindaco che sostiene che gli adempimenti contrattuali nascono dal 4 maggio 2017. Anche l’Assessore all’Ecologia ha sempre dichiarato che la data di decorrenza degli adempimenti è il 29 novembre 2017. Stessa convinzione da parte delle ditte Bono-Sea.

In ogni caso, intanto c’è un forte inadempimento da parte del Comune: la mancata attivazione del Direttore dell’esecuzione del contratto. Solo pochi giorni fa è stato emesso il bando per la selezione di un professionista esterno. In Comune nessuno intende svolgere tale ruolo.

Al di là della data esatta dalla quale decorrono gli adempimenti, che molto probabilmente verrà chiarito per via giudiziaria, oggi la percentuale della raccolta differenziata è inchiodata al 30%, ben 35 punti percentuali rispetto all’obiettivo primario che si sarebbe dovuto raggiungere il prossimo maggio.

Andiamo oltre alla questione delle 9.000 tonnellate di conferimento dei rifiuti in discarica Salinella-Saraceno, cifra prevista nel Piano Aro alla fine.  Senza dimenticare che quella discarica rappresenta il costo maggiore della raccolta, con oltre due milioni di euro all’anno.  Secondo il Piano Aro, alla fine del primo anno i rifiuti mandati in discarica dovevano scendere dalle attuali 15.000 tonnellate a 9.000.

Dunque, facciamo una media, bacchettando, però, il fatto che siamo a dieci mesi dopo il via contrattuale. Sommiamo la cifra attuale del conferimento dei rifiuti in discarica Saraceno-Salinella e la cifra ipotizzata dal Piano Aro al raggiungimento del primo anno. Sommano 24.000 tonnellate. Dividiamo la cifra per due e otteniamo 12.000 tonnellate. E’ la via mediana che dà una differenza in meno di 3.000 tonnellate rispetto alla cifra attuale di conferimento, e 3.000 tonnellate in più rispetto all’ipotesi del Piano Aro.

Se il contratto previsto dal Piano Aro fosse entrato a regime dopo la firma, ottimisticamente oggi avremmo un abbattimento dei costi di conferimento di cifra elevata a beneficio dei contribuenti.  Sulla cifra di 3.000 tonnellate (la media ottenuta) togliamo un 30% di umido che, una buona selezione, avrebbe garantito (quanto meno per letteratura sui rifiuti). Dunque, avremmo 900 tonnellate di umido che andrebbe al compostaggio al prezzo di 75 euro a tonnellata per un importo di 67.500 euro più Iva. Il prezzo del conferimento dell’umido è costante ed è, appunto, € 75/tonnellata.

Sottraendo da 3.000 tonnellate la cifra di 900 risulta 2.100. Questo è il tonnellaggio di rifiuti che non sarebbe andato più in discarica Saraceno-Salinella ad arricchire il bilancio della Sogeir. Basta moltiplicare 2.100 per 155 euro (il costo di conferimento attualmenteè di 155 euro a tonnellata più Iva) per ottenere 325.500 euro che con l’Iva sale a 397.110

Il nostro conto ipotizza una cifra mediana di 3.000; pensate un pò  cosa avrebbe comportato far salire la differenziata al 70/75%. In discarica sarebbe finita una parte minima di rifiuti con un abbattimento di costi notevolissimo.

Ora dovete tener presente che nel 2017 in discarica è finito il 70% dei rifiuti della città perché non è partita la differenziata. In discarica sono finite 15.003 tonnellate di rifiuti per un costo, Iva compresa, di 2.570.216 euro. Una cifra enorme che contribuisce a far lievitare di molto la bolletta TARI.

Al di là delle diffide e lettere, perché dopo dieci mesi dalla stipula del contratto al Comune è calato il silenzio? Perché il bando per la ricerca del direttore di contratto è stato emesso dopo dieci mesi? A maggio dello scorso anno ci sono state le elezioni, dopo il ballottaggio. Ma da giugno 2017 in poi? Chi doveva controllare e non lo ha fatto? Il sindaco e l’assessore di competenza hanno un repertorio di comunicazione con le ditte Bono-Sea con il quale sollecitano, avvertono, contestano? Perchè il sindaco si è accorto solo qualche giorno fa che la data da cui decorrono gli adempimenti contrattuali risaliva al maggio dello scorso anno, invece di pronunciarsi solo qualche giorno fa?

Queste sono domande dalle quali la gente saccense attende risposte.

Sorge la seria consapevolezza che se il Piano Aro fosse partito già da giugno dello scorso anno, non ci sarebbe stato bisogno di aumentare la TARI del 12%, nonostante l’emergenza rifiuti che abbiamo vissuto in periodi del 2017.

Filippo Cardinale