Recovery plan: Il 40% delle risorse sono destinate al Sud

ITALIA.  210 miliardi da spendere in sette anni: è questa l’entità delle risorse pubbliche su cui potrà far conto il Mezzogiorno per “ripartire” e soprattutto per riuscire ad avvicinarsi ai ritmi di crescita del Paese e agli obiettivi imposti dall’Europa.

Di questi 210 miliardi, oltre due terzi sono finanziati dall’Unione europea attraverso il Recovery Plan. Le sette regioni italiane che – secondo i criteri europei – sono classificate come meno sviluppate e quindi beneficeranno dei fondi sono: Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.

Più occupazione per donne e giovani. Gli investimenti legati al Recovery Plan saranno destinati alla transizione verde e a quella digitale, andranno poi a finanziare infrastrutture e progetti di mobilità sostenibile. Una parte della spesa sarà però destinata a istruzione e ricerca e alle politiche attive del lavoro. L’obiettivo è quello di favorire l’occupazione soprattutto di donne e giovani, le due categorie più colpite dalle conseguenze della pandemia, soprattutto al Sud a causa degli squilibri territoriali del nostro Paese.

Sostegno all’istruzione e occupazione dei giovani.  Il Recovery Plan prevede la decontribuzione Sud, cioè la fiscalità di vantaggio introdotta inizialmente in forma sperimentale dal decreto Agosto, poi prorogata dalla legge di Bilancio 2021 e prevista fino al 2029. Si parla di circa 4 miliardi di euro con cui sarà possibile garantire sgravi contributivi al 100% per chi assume i giovani under 36 e le donne.

Il Recovery Plan stanzierà poi 1,5 miliardi per il Fondo Nuove Competenze, che ha l’obiettivo di sostenere con contributi a fondo perduto la formazione e la riqualificazione professionale dei lavoratori.
Inoltre sono 28,49 i miliardi previsti nel Recovery per istruzione e ricerca. Una parte sarà destinata proprio al Sud Italia e servirà a finanziare iniziative per il contrasto alla povertà educativa, per la riduzione dei divari territoriali. Sono previsti interventi a favore della didattica digitale, per sensibilizzare sulle materie STEM e sul multilinguismo, con un focus specifico dedicato alla formazione delle donne. A tal proposito la scuola di formazione Formasys mette al servizio di docenti e personale scolastico corsi ad hoc per sviluppare le competenze digitali.

Conclusione.  Il Recovery Plan fornisce al Mezzogiorno un’opportunità per ridurre il gap in fatto di povertà e diseguaglianze sociali con il resto del Paese e con le media europea. È quindi fondamentale utilizzare al meglio questi fondi, in modo da rilanciare la domanda di lavoro dopo la contrazione determinata dalla pandemia, favorendo le categorie più “deboli”.

Per perseguire questi obiettivi, la formazione è centrale: l’istruzione è preziosa per riuscire a costruire una carriera lavorativa. In questo, anche il personale scolastico è chiamato ad acquisire nuove competenze digitali, in modo che sappia favorire nei giovani un approccio accessibile, inclusivo e intelligente all’educazione. Non dimentichiamo infatti che il Recovery Plan ha destinato ben 800 milioni in tutta Italia per la formazione dei docenti alla Dad, la didattica digitale a distanza.