Quella (positiva) anomalia del Pd agrigentino che riesce a collezionare risultati positivi
AGRIGENTO- Nel contesto politico nazionale del Pd, travolto dai recenti risultati elettorali, vi è una anomalia. Ma positiva e in controtendenza, appunto, rispetto al dato nazionale. Il Pd agrigentino risale le acque in controcorrente come i salmoni. Di recente ha riconfermato Michele Catanzaro deputato regionale, ha eletto alla Camera dei Deputati la giovane Giovanna Iacono. E già questo è un dato positivo anche in considerazione che a Sciacca il Pd non percorreva, certamente, un terreno fertile dopo i cinque anni dell’amministrazione Valenti.
I risultati elettorali di lunedì scorso hanno confermato “l’anomalia” del Pd agrigentino che ottiene la riconferma di Francesco Cacciatore a sindaco di Santo Stefano di Quisquina, di Alfonso Provvidenza a sindaco di Grotte, di Salvatore Pitrola a sindaco di Ravanusa, di Giuseppe Cacioppo a sindaco di Sambuca di Sicilia, di Enzo Galifi a sindaco di Burgio, di Angelo Tirrito a sindaco di Sant’Angelo Muxaro, di Domenico Migliara a sindaco di Ioppolo Giancaxio, di Vito Clemente a sindaco di Menfi.
A questi sindaci si aggiungono i sindaci di Favara Campobello di Licata Cattolica Eraclea, Sciacca, eletti lo scorso anno.
Nulla succede a caso, specie in un partito caratterizzato da lotte intestine. Lotte deleterie che lo frammentano. Eppure, le vele del Pd agrigentino si gonfiano in coincidenza con l’elezione della nuova segreteria. Il ticket Simone Di Paola segretario provinciale, e Giovanna Iacono presidente, ha soffiato su quelle vele fino a far navigare la barca del Pd in acque più favorevoli. Eppure, la composizione della nuova segreteria partiva col piede sbagliato e si caratterizzava per un attrito tra Simone Di Paola e Giovanna Iacono, incluse le parti politiche frapposte. Ma alla fine, l’intesa venne raggiunta con un atto di responsabilità.
Bisogna dare a Cesare ciò che è di Cesare. E, ovviamente, a Simone Di Paola ciò che è suo. E’ suo un impegno costante e capillare, è sua la capacità di ricomporre un partito assai diviso e litigioso. Il segretario provinciale ha girato in lungo e in largo tutto il territorio provinciale, dimostrando anche la capacità collante tipica di un democristiano. Del resto, il nonno, Gaetano Di Leo, era un democristiano e la capacità di mediare l’ha trasmessa in dote.
Il Pd agrigentino, al contrario di quello regionale e nazionale, gode di buona salute. Ho scritto che nulla succede per caso. E gli eccellenti risultati del Pd agrigentino non possono essere disgiunti dall’impegno del segretario Simone Di Paola.
Filippo Cardinale