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PROCESSO “MAGINOT”: SCARCERATI MAURELLO E PERRICONE

Sono stati scarcerati (erano sottoposti a misura cautelare) Giuseppe Maurello, 42 anni di Lucca Sicula, e Antonino Perricone, 41 anni di Villafranca Sicula, condannati ambedue, nell’ambito del processo antimafia “Maginot” a 2 anni e 8 mesi per tentata estorsione (il capo di imputazione originario era di estorsione). Il processo con rito abbreviato si è celebrato lo scorso 5 giugno a Palermo.

L’ordinanza del Riesame dell’agosto del 2011 era stata anullata dalla Cassazione il 2 aprile del 2012. Ieri, una nuova Sezione del Tribunale di Palermo ha annullato l’ordinanza di applicazione delle misure cautelari del Gip emanata nel luglio del 2011, disponendo l’immediata scarcerazione dei due detenuti.

Maurello e Perricone sono difesi dal penalista saccense Giovanni Vaccaro.

Pochi giorni fa, Giuseppe Maurello è stato colpito da un grave lutto per la morte del figlio diciottenne avvenuta mentre era intento a lavorare il terreno di famiglia. Il trattore, sul quale operava, si è capovolto travolgendo il diciottenne. Giuseppe Maurello ha assistito al funerale con un permesso di due ore.

Il Gup del Tribunale di Palermo Lorenzo Jannelli ha emesso, lo scorso 5 giugno, nove condanne al termine del processo che si è celebrato con il rito abbreviato e che è scaturito dall’opreazione antimafia “MAginot” del luglio 2011.

8 anni e 8 mesi Salvatore Morreale, di Favara, 42 anni, e Antonino Pirrera, 59 anni, di Favara;

8 anni di reclusione sono stati inflitti a Carmelo Cacciatore, 47 anni, di Agrigento e Francesco Caramazza, 38 anni, di Agrigento;

6 anni di carcere per Calogero Pirrera, 73 anni, di Favara e Liborio Parello, 41 anni, di Agrigento;

2 anni e 8 mesi di reclusione per Giuseppe Maurello, 42 anni, di Lucca Sicula e Antonino Perricone, 41 anni, di Villafranza Sicula. Questi sono stati assolti dall’accusa di estorsione (Antonino Perricone estorsione impresa Coci; Giuseppe Maurello tenmtata estorsione impresa Infrastrutture). Inoltre la Cassazione ha annullato il regime di custodia cautelare.

Assolto Giovanni Vinti, 42 anni, di Ribera (10 anni la richiesta del Pm).

L’inchiesta “Maginot” condotta dalla Squadra mobile di Agrigento, con il coordinamento della Dda di Palermo, ha consentito di individuare i “picciotti” e i “capi famiglia” al servizio di Falsone, che costoro avevano assunto nel periodo di latitanza del capomafia a Parigi.

Ad essere processato a Sciacca, col rito ordinario, è il riberese Carmelo Marotta, assistito dal penalista saccense Aldo Rossi, il cui processo è in fase di svolgimento.

Redazione Corriere

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