Politica, rapporti Pd-sindaco, le lamentazioni di Di Paola: “Bisogna andare oltre l’alleanza elettorale e far nascere un progetto politico”

SCIACCA- Nella rubrica l’Ospite (Rmk), condotta dall’ottima collega Maria Genuardi, emerge una doppia lamentazione del segretario provinciale del Pd, Simone Di Paola, protagonista della puntata. Egli ha un punto di partenza che risiede nel “trasformismo” delle liste civiche che si presentano per affrontare la campagna elettorale per il rinnovo del Consiglio comunale. Per Di Paola, le liste civiche, terminate la competizione, sono l’occasione “per gettare la maschera”.

Di Paola fa riferimento all’opposizione che negli ultimi giorni ha registrato la collocazione di consiglieri comunali eletti nelle liste civiche approdati nei partiti, dimenticando, tuttavia, che la sinistra e il suo stesso partito non sono proprio dei dilettanti in materia. Basta scorrere l’album delle elezioni del passato, mentre in quello attuale è emblematico quello della lista Ferdinandea (costola del Pd e in particolare dell’ex sindaco Francesca Valenti) con l’inossidabile Giuseppe Ambrogio.

Il ras della Perriera si presenta come “civico” ma poi, di recente, approda nel Pd. Passaggio che deriva dalla sua delusione di mancato assessore in sostituzione di Sabella. Mandato in avanscoperta dal sindaco, Ambrogio rilasciò diverse interviste indossando già l’abito di assessore. Rimasero le interviste, mentre Ambrogio rimase spoglio delle vesti assessoriali. Per vendetta, lasciò il gruppo consiliare Ferdinandea e si accasò col Pd.

Insomma, quando Di Paola parla di “gettare la maschera” attraverso il cavallo di Troia delle liste civiche non può fermarsi (e sinceramente non lo fa) al solo ambito dell’attuale opposizione. La sinistra è una feconda madre nel partorire liste civiche che rappresentano, poi, il viatico per approdare nei partiti.

Nell’intervista di Maria Genuardi a Simone Di Paola c’è un ulteriore aspetto che non è secondario. Anzi, diventa primario. Diventa una lamentazione che contiene una verità: il rapporto Pd-sindaco. La lamentazione, nella fattispecie, assume anche una carica che va oltre fino a far emergere una precarietà del rapporto Pd- sindaco-Mizzica.

In buona sostanza, Simone Di Paola, nel corso dell’intervista, ritiene indispensabile “trasformare l’alleanza Pd-Mizzica in un progetto politico”. Tale affermazione non riesce a contenere un punto di caduta. A quasi due anni dalle elezioni e dell’accordo Pd-Mizzica per sostenere il sindaco Fabio Termine manca un elemento chiave: il cambio di passo tanto caro a Simone Di Paola. Il segretario provinciale avverte l’esigenza immediata di mutare un rapporto di strategia elettorale in un programma politico. La lamentazione non nasconde la delusione del segretario del Pd di un rapporto con Mizzica e con il sindaco che rimane poggiato sulla fragilità di un accordo elettorale sic et sempliciter.

Di Paola, da fine politico, avverte il disagio di un rapporto che è rimasto incagliato nella palude di una esigenza elettorale. Ma la lamentazione di Di Paola fa emergere anche la difficoltà di un rapporto relazionale. Se il sindaco Termine nei giorni scorsi aveva annunciato una “verifica di maggioranza”, Simone Di Paola rilancia  così: “A noi più che una verifica di maggioranza serve una regia politica, cioè un tavolo o uno spazio di confronto e di discussione, che si riunisca più spesso che consolidi e rafforzi quel senso di comunità che è l’unica condizione per passare dallo stato di alleanza politica a quello di progetto politico”. E qui di Paola si esprime più chiaramente dando più corposità alla lamentazione: “Si può essere alleati, ma la progettualità vera, forte, si verifica quando da alleati si diventa comunità. E’ chiaro che se non ci vediamo mai non si può sedimentare quel rapporto anche personale che, come vedo io la politica, è precondizione il senso di un progetto politico”.

L’affermazione di Di Paola evidenzia una mancanza di dialogo e di confronto tra Pd e sindaco, Mizzica compresa. Simone Di Paola chiosa che “serve vederci più spesso, confrontarci più spesso, soprattutto rendere maggiormente partecipi  delle scelte e delle decisioni tante persone che hanno dato sostegno a questa proposta politica”. Per Di Paola, “la politica funziona quando la platea dei protagonisti si allarga e non si restringe”.

Ciò che ha espresso Di Paola nel corso della conversazione con Maria Genuardi è la rappresentazione plastica di un rapporto Pd-Mizzica e col sindaco che delude le attese del Pd. Non solo le delude ma anche crea l’esigenza, nel partito, di mettere in atto quelle misure di immunità rispetto ad una visione di una alleanza che non va manco oltre l’ordinaria amministrazione. Ma sembra anche un richiamo del Pd al sindaco di un invito matrimoniale a formare una unica famiglia.

Filippo Cardinale