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PIÙ ERASMUS E ATTIVITÀ SOCIALI

Chi di noi non ha mai sentito frasi come: “il futuro è in mano ai giovani”, “bisogna puntare sulle nuove generazioni”, “la risorsa del domani sono i giovani”…. già, belle parole, tutte vere e sacrosante ma la realtà purtroppo è un’altra. Nonostante molto si sia appreso riguardo i metodi per affrontare le barriere che i giovani si trovano davanti all’ingresso del mercato del lavoro, in molti paesi le politiche messe in campo sono state inefficaci e non hanno portato ad un numero sufficiente di posti di lavoro giovanile.

Inoltre l’impegno politico-sociale e i nuovi approcci al problema restano ancora lontani dal migliorare questa situazione. C’è l’urgente bisogno di invertire la tendenza. A meno che non si intraprendano azioni immediate e vigorose, la popolazione mondiale si troverà a confrontarsi con la spaventosa eredità di una generazione persa. Investire sui giovani significa investire nel presente e nel futuro delle nostre società e sicuramente l’istruzione e la ricerca sono la base su cui partire.

Un valido supporto sono le nuove tecnologie che offrono ai ragazzi modalità di apprendimento innovative ed efficaci tramite piattaforme di e-learning. Lo studente può seguire piani di studi e corsi di specializzazione fra i più vari, non solo i corsi di laurea più classici, come ad esempio corsi di lingue, scienze politiche e anche master in giurisprudenza ( qui degli esempi ) potenziando così le competenze nel settore sociale, del welfare e dello scambio culturale. Una delle linee guida per fronteggiare la crisi occupazionale, dopo che il giovane ha aderito ad un piano di studi valido e sviluppato delle conoscenze, potrebbe essere quella di rilanciare piani di investimento agevolati più numerosi ed efficaci, strutturali in tutta Europa.

Il programma Erasmus attuale ha ridotto la burocrazia e ha teso la mano verso procedure facilitate volte alla mobilità giovanile e agli scambi tra studenti, ricercatori e docenti. Lo spostamento degli studenti e degli apprendisti promuoverà così la flessibilità dei lavoratori tra gli stati poiché è più probabile che, coloro che hanno già svolto un corso di studi o di formazione in un altro paese, siano poi propensi a lavorare all’estero. Altra realtà in crescita è l’imprenditorialità giovanile under 30 dove urge la necessità di adottare misure di cooperazione di settore, al fine di far nascere associazioni che salvaguardino le nuove realtà occupazionali, oltre che agevolazioni e bandi di settore a livello europeo. La creatività c’è, bisogna canalizzarla e dargli un terreno fertile su cui svilupparsi. Investire sui giovani non è quindi una frase fatta ma è la consapevolezza di ridare dignità e forza ad una generazione che dovrà lei stessa trainare il futuro. Una presa di coscienza esiste, ora è tempo di agire.

Redazione Corriere

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